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ZAD di Testet. Morto un manifestante

zad1Sabato 25 ottobre era stata indetta una manifestazione al cantiere per la costruzione della diga di Sivens. Quest’opera è contrastata dagli ambientalisti e dai piccoli agricoltori che fanno riferimento alla Confederation Paysanne. La diga servirebbe gli interessi di alcune grandi aziende agricole e distruggerebbe l’unica zona umida della zona.
La ditta che ha fatto “l’inchiesta pubblica” per la realizzazione dell’opera, una procedura di consultazione tipica della Francia, è la medesima che si è aggiudicata l’appalto e dovrebbe gestire la diga a lavori ultimati.
Siamo nel Tarn, nella zona pirenaica a ovest di Tolosa.
Qui è sorta da diversi mesi una ZAD, Zone A Defendre, un’area occupata da accampamenti, casette sugli alberi, tende, per tentare di impedire il disboscamento preliminare all’inizio dei lavori per la diga, che dovrebbe fornire acqua per le coltivazioni intensive di mais.
In questi mesi gli attacchi alla ZAD si sono susseguiti in un crescendo di violenza poliziesca. Tra i resisstenti della ZAD era forte la convinzione che prima o poi ci sarebbe scappato il morto.
E’ successo nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre. La notte precedente c’era stata un’azione di sabotaggio: un generatore di corrente era andato a fuoco.
Migliaia di manifestanti provenienti da tutta la Francia hanno partecipato all’iniziativa contro la diga e in solidarietà con chi resiste nei boschi. Una grande manifestazione popolare.
Al termine del corteo qualche centinaio di attivisti aveva proseguito per l’area di cantiere vietata e blindata dalla polizia. Dal tardo pomeriggio a notte ci sono stati scontri con la polizia. Le truppe dell’antisommossa hanno usato gas lacrimogeni, pallottole di gomma e granate “per rompere l’accerchiamento”. Le cariche nel bosco sono andate avanti per ore.
Tra le due e le tre Remi, un ragazzo di 21 anni, è stato trovato morto da vigili del fuoco e gendarmi.
Secondo la gendarmeria il corpo del compagno era nel bosco. Diversa la versione di alcuni manifestanti che sostengono che Remi si trovava nei pressi degli sbarramenti della polizia e si è accasciato dopo un lancio di granate. Secondo il governo queste armi non sarebbero letali.
Né la Prefettura né la polizia hanno fatto dichiarazioni, in attesa dell’autopsia prevista per oggi.
I resistenti della ZAD di Notre Dame des landes, in un loro comunicato, parlano esplicitamente di assassinio e invitano a manifestare contro la violenza di Stato.
Domenica sera c’é stata una prima manifestazione di protesta a Gaillac e un’altra a Toulose: entrambe sono state disperse con la violenza dalla polizia.
Oggi sono state indette iniziative di fronte alle Prefetture in tutta la Francia.

Potete trovare informazioni e aggiornamenti su questi siti.
Il collettivo contro la diga “Tant qu’il y aura des bouilles
Il sito lionese rebellyon
Sull’esperienza libertaria della ZAD del Testet sull’ultimo numero di Le Monde Libertaire c’è un interessante articolo di Iannis Vouluntas. Lo trovate qui.

Aggiornamento alle 15,30. Remi Fraisse era uno studente tolosano di 20 anni. Ulteriori testimonianze concordano nell’affermare che Remi è stato colpito da una granata prima di accasciarsi a terra. Molti manifestanti, almeno una ventina, sono stati feriti dalle granate, altri invece sono stati colpiti da pallottole di gomma e lacrimogeni. Il tiro ad altezza d’uomo parrebbe non essere una specialità esclusiva della polizia italiana. 

Aggiornamento al 28 ottobre. Migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni che si sono svolte in decine di città francesi. Il governo ha deciso di sospendere i lavori per la diga per tre giorni: la ZAD è stata rioccupata e si prepara alla resistenza.
Dall’autopsia pare sia emerso che Remi è stato colpito alla schiena. La polizia sostiene che sia stato ferito per il contenuto “pericoloso” del suo zainetto. Ulteriori testimonianze dei compagni presenti confermano che Remi è stato colpito da una granata. Un omicidio di Stato.

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