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26 ottobre – Punto info antirazzista

impronteBambini01gMare Nostrum, Frontex, Eurosur.
Contro la militarizzazione del Mediterraneo,
aprire C.I.E. e frontiere!
Punto info antirazzista
sabato 26 ottobre dalle 13
piazza XVIII dicembre (Porta Susa) – Torino

 L’orribile strage di quasi 400 migranti eritrei consumatasi al largo di Lampedusa il 3 ottobre scorso ha riportato alla ribalta in tutta Italia il tema dell’immigrazione.
Innanzitutto è stato dato spazio al cordoglio ipocrita dei politici (per un naufragio causato dalle stesse leggi razziste che loro hanno varato negli anni), cui ha fatto seguito la cialtronesca vicenda dei funerali di stato per le vittime, annunciati e mai svoltisi, mentre alla cerimonia di Agrigento del 21 ottobre invece dei sopravvissuti al naufragio erano invitati rappresentanti della dittatura eritrea, ovvero gli aguzzini dai quali quei migranti erano fuggiti.
Poi, mentre iniziava un dibattito finora sterile sull’abolizione del reato di clandestinità e la revisione della Bossi-Fini, è stata varata in fretta e furia l’operazione dal nome colonialista Mare Nostrum, ovvero il rafforzamento della presenza della Marina militare italiana nel Mediterraneo, che al di là del “nobile” intento di impedire i naufragi, ha lo scopo evidente di scoraggiare le partenze, come dichiarato dallo stesso Alfano il 21 ottobre: «L’Italia rafforza la protezione della frontiera…c’è la deterrenza che si ha dal pattugliamento, più l’intervento delle Procure che già in due circostanze hanno sequestrato le navi e arrestato l’equipaggio».
Con l’accordo a livello europeo per rafforzare l’agenzia Frontex e inaugurare il sistema di sorveglianza Eurosur, l’obiettivo forse è arrivare a un controllo diretto delle coste nordafricane?
Ma nonostante l’adozione di questa misura in questi giorni ci sono stati altri sbarchi, ennesima riprova che l’immigrazione è un fenomeno irrefrenabile e lo sarà sempre almeno fino a quando l’Africa e il Medioriente saranno luoghi di guerra e sfruttamento.
Le migliaia di migranti giunti sul suolo italiano invece di incontrare una decorosa accoglienza continuano a essere relegati in campi profughi strapieni, dove la burocrazia è lentissima e porta all’esasperazione, come è accaduto con la rivolta al CARA di Mineo (Catania) il 22 ottobre.
La costante ribellione dei migranti, unitamente alla scarsità di fondi del ministero dell’interno, ha portato negli ultimi mesi al ridimensionamento del sistema dei CIE (attualmente 7 centri su 13 sono aperti), sistema che peraltro continua a funzionare, con la complicità delle varie organizzazioni “umanitarie” (Croce Rossa, Connecting People e altri) che lucrano sulla gestione delle strutture.
Le numerose manifestazioni antirazziste di questi giorni, da Lampedusa, alla Sicilia, a Torino contro la Lega Nord, sembrano essere sintomo di un crescente rifiuto dell’ipocrisia del governo delle larghe intese e delle politiche razziste che per anni sono state portate avanti dall’asse PdL-Lega.

 Antirazzisti sotto processo a Torino
In questo contesto sta entrando nel vivo il processo a carico di 67 compagni/e antirazzisti torinesi per una serie di 41 diverse iniziative contro i CIE, il razzismo e non solo tra il maggio 2008 (dalla morte di Fatih Nejl nel CIE di corso Brunelleschi) e il gennaio 2010.
Dopo una fase di schermaglie procedurali il collegio presieduto dal giudice Gianetti nei prossimi mesi pare intenzionato ad accelerare il processo.
Nell’udienza del 16 ottobre scorso sono sfilati alcuni testimoni dell’accusa tra cui il capo della digos di Torino Petronzi. Come si vede dai resoconti dell’udienza il leit motiv della Procura, rappresentata dal duo Padalino&Pedrotta, è quello di attribuire sistematicamente un carattere di illegalità e violenza alle varie iniziative senza minimamente accennare al contesto e alle motivazioni delle stesse.
La nostra intenzione viceversa rimane sempre quella di portare dentro e fuori dal tribunale le ragioni che hanno spinto a condurre quelle iniziative, che sono le stesse ragioni che a tutt’oggi ci portano al fianco dei migranti e di tutti i compagni/e che continuano a impegnarsi per la chiusura dei CIE, l’apertura totale delle frontiere da un capo all’altro del Mediterraneo, la libera circolazione delle persone.
Perciò invitiamo tutti/e a seguire le prossime udienze e soprattutto a partecipare e organizzare nuove iniziative!

La prossima udienza del processo è lunedì 28/10 dalle 9,30 alle 12 Tribunale di Torino aula 3.

Antirazzisti contro la repressione
(prossima riunione martedì 29 ottobre ore 19,30 corso Palermo 46 Torino)