Dal 2008, quando è cominciata la crisi, i più ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre sono peggiorate ulteriormente le condizioni dei più poveri.
Lo conferma il rapporto diffuso ieri da Oxfam, organizzazione moderatissima che raccoglie numerose ong. Non per caso il rapporto esce alla vigilia dell’incontro del club dei Paperoni, che ogni anno si svolge a Davos in Svizzera.
Nonostante l’intento esplicitamente riformista del rapporto, i dati diffusi sono invece molto interessanti.
I numeri della disuguaglianza
• Circa metà della ricchezza è detenuta dall’1% della popolazione mondiale.
• Il reddito dell’1% dei più ricchi del mondo ammonta a 110.000 miliardi di dollari, 65 volte il totale della ricchezza della metà della popolazione più povera del mondo.
• Il reddito di 85 super ricchi equivale a quello di metà della popolazione mondiale.
• 7 persone su 10 vivono in paesi dove la disuguaglianza economica è aumentata negli ultimi 30 anni.
• L’1% dei più ricchi ha aumentato la propria quota di reddito in 24 su 26 dei paesi con dati analizzabili tra il 1980 e il 2012.
• Negli USA, l’1% dei più ricchi ha intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del 2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito.
Il rapporto di Oxfam Working for the Few in pillole:
• ovunque, gli individui più ricchi e le aziende nascondono migliaia di miliardi di dollari al fisco in una rete di paradisi fiscali in tutto il mondo. Si stima che 21.000 miliardi di dollari non siano registrati e siano offshore;
• negli Stati Uniti, anni e anni di deregolamentazione finanziaria sono strettamente correlati all’aumento del reddito dell’1% della popolazione più ricca del mondo che ora è ai livelli più alti dalla vigilia della Grande Depressione;
• in India, il numero di miliardari è aumentato di dieci volte negli ultimi dieci anni a seguito di un sistema fiscale altamente regressivo, di una totale assenza di mobilità sociale e politiche sociali;
• in Europa, la politica di austerity è stata imposta alle classi povere e alle classi medie a causa dell’enorme pressione dei mercati finanziari, dove i ricchi investitori hanno invece beneficiato del salvataggio statale delle istituzioni finanziarie;
• in Africa, le grandi multinazionali – in particolare quelle dell’industria mineraria/estrattiva – sfruttano la propria influenza per evitare l’imposizione fiscale e le royalties.
Ascolta l’intervista di RBO con Francesco. L’incontro di Davos è stato anche spunto per un approfondimento sulle manovre della banca centrale elvetica e sui sommovimenti in borsa
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