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01 – Punto info No Border al Balon

DSCN0012Sabato 1 ottobre

ore 10,30/13,30 punto info No Border al Balon – via Andreis angolo via Borgodora

(se piove sotto la tettoia dei casalinghi a Porta Palazzo).

Di seguito il volantino che verrà distribuito:

Muri e filo spinato

L’Europa della libera circolazione è sempre stata aperta per merci e capitali, molto meno per uomini e donne che si mettono in viaggio per trovare una migliore opportunità di vita.
La storia di questi anni è stata segnata dal moltiplicarsi di centri di detenzione, leggi razziste, deportazioni. Ma le lotte di chi si ribella ai muri della Fortezza Europa, di chi brucia le proprie prigioni, da chi fugge e buca le frontiere hanno dimostrato che la spinta verso la libertà è incontenibile. Tra gli “europei” sono sempre meno quelli sono disposti a tollerare che filo spinato e militari traccino confini tra le persone, spezzando l’orizzonte ed il futuro di tanti e di tante.
Il moltiplicarsi dei conflitti ha aumentato la pressione. Le guerre per il Mali, la Siria, l’Iraq, l’Afganistan, il Bakur hanno insanguinato quei paesi e messo in viaggio migliaia di persone.
La propaganda razzista ci racconta che nei barconi dei profughi e dei migranti, si annidano pericolosi terroristi, fingendo di ignorare che la jihad è sostenuta da paesi ricchi e potenti come Arabia Saudita e Quatar, paesi alleati delle democrazie occidentali, che non hanno esitato ad foraggiare Al Quada e Isis pur di spostare a proprio favore gli equilibri geopolitici del pianeta. I guerrieri della jihad viaggiano in aereo, non annegano sui barconi.
Con il pretesto dell’emergenza in Europa si stanno moltiplicando frontiere e controlli. Le frontiere interne allo spazio europeo si sono chiuse, intrappolando la gente che si stava muovendo verso nord.
A Ventimiglia, come a Chiasso le repressione quest’estate ha colpito migranti e solidali, in un crescendo di botte, gas, deportazioni, arresti e fogli di via.

Le frontiere non sono solo quelle fatte di nulla tra uno stato e l’altro, le frontiere sono in mezzo alle nostre case, dove fascisti e razzisti soffiano sul fuoco, per scatenare la guerra tra poveri.
Vorrebbero che chi ha poco o nulla si scagliasse contro gli ultimi arrivati, migranti e profughi. Se i poveri si fanno la guerra tra loro, dimenticano la guerra vera, senza esclusione di colpi, che governanti e padroni stanno facendo contro tutti, nati qui e nati altrove. Per chi governa e per chi lucra sulle vite altrui non conta il colore della pelle ma quello dei soldi.
Di fronte al profitto, di fronte a chi si fa ricco, sfruttando il lavoro altrui, siamo tutti uguali: l’operaio egiziano ammazzato durante uno sciopero a Piacenza, come l’operaio italiano ammazzato dal lavoro all’llva, dove chi non viene ucciso dalla fabbrica, muore dei tumori, che colpiscono chi ci lavora e chi ci vive intorno.
Le frontiere sono nei nostri quartieri, dove retate e controlli sono quotidiani. C’è gente convinta che con più polizia, più sfilo spinato, più galere vivremo tutti meglio.
Peccato che in questi anni i soldi sottratti agli ospedali, alle scuole, ai servizi, agli asili siano serviti per militari e poliziotti, messi a guardia dei nostri quartieri dove è sempre più difficile arrivare a fine mese, dove si moltiplicano sfratti e pignoramenti, dove c’è anche chi alza la testa e si prende una casa per vivere, fa un picchetto per bloccare le merci e fare male ai padroni.
I politici discutono del “panino libero” a scuola mentre la gente non ha i soldi per pagare le mense, le bollette, per l’affitto.
Il lavoro non c’è, e, quando c’è, è precario, pericoloso, malpagato. Il problema è il lavoratore immigrato che accetta salari e condizioni da paura, perché altrimenti rischia di essere ricacciato verso la miseria da cui è fuggito, o invece il padrone che lucra sulle vite di tutti?
Il governo sta facendo la guerra contro i poveri, italiani o immigrati che siano.
Il job act ha fatto piazza pulita delle poche tutele rimaste a chi lavora, lasciando mano libera ai padroni.

Il clima di emergenza serve a fare terra bruciata intorno a migranti e attivisti No Border, per nascondere una verità banale, che senza frontiere non ci sarebbero clandestini, campi, controlli. Senza frontiere Ventimiglia, Como sarebbero solo due dei tanti luoghi dove passa la gente in viaggio.
Senza frontiere, stati, sfruttamento e guerre, tanti neppure partirebbero.
É la disarmante banalità del bene.

Noi ci incontriamo per discutere e organizzare la lotta contro stati e frontiere
ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46 – info: www.anarresinfo.noblogs.org

Federazione Anarchica Torinese