Skip to content


13 e 16 maggio – Quando la sicurezza diventa decoro… due presidi

Sabato 13 maggio
ore 10,30/14 al Balon

Martedì 16 maggio
ore 17 ai giardinetti di via Montanaro / corso Giulio Cesare

Quando la sicurezza diventa decoro… punto info su nuovi CIE, rastrellamenti, morti in mare e nelle strade

Di seguito il volantino che verrà distribuito:

Il governo fa la guerra ai poveri
Le nuove leggi sulla “sicurezza” volute dal ministro dell’Interno Minniti scrivono un nuovo capitolo della guerra ai poveri.

Hai perso la casa, vivi in strada, ti arrangi con qualche lavoretto? Il sindaco e il prefetto possono multarti e cacciarti dal tuo quartiere, dalla tua città, dall’angolo dove dormi, perché sei un problema per il decoro cittadino. Se sei povero la responsabilità è tua, non di chi si arricchisce sul lavoro altrui, non di un sistema politico e sociale che nega una vita decorosa alla maggior parte della popolazione del pianeta.

Ci raccontano che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo.
Nelle nostre periferie tanti non ce la fanno a pagare il fitto e il mutuo e finiscono in strada. A Torino si moltiplicano gli sfratti, mentre ci sono migliaia di appartamenti vuoti.
Per il governo chi occupa una casa vuota offende il decoro, i proprietari che affittano a prezzi altissimi sono invece bravi cittadini.
Per la nuova legge chi occupa, oltre alle solite denunce, rischia di essere allontanato dal proprio quartiere, o della propria città. Il tutto condito con una bella multa.

Cerchi riparo alla stazione, ti siedi sulle panche, ti infili nella sala d’aspetto di un ospedale? Il sindaco e il prefetto possono importi il Daspo, il divieto ad andare in quei posti. Se ci torni rischi l’arresto.

I primi effetti delle nuove leggi sono sotto gli occhi di tutti. Rastrellamenti di massa nelle stazioni e nelle periferie. A Milano hanno perquisito e portato in Questura tutti quelli che avevano l’aspetto di stranieri poveri. Il segnale è chiaro: la stazione è off limits.
A Roma un venditore ambulante è morto durante un inseguimento da parte dei vigili a caccia di gente senza licenza. La sicurezza targata PD uccide.
A Gallarate ora c’è il divieto di bere fuori dai bar. Se ti pescano con una bomboletta in tasca rischi grosso, perché il sindaco ha vietato anche quelle.
Ordinanza analoga anche a Seregno, dove è vietato anche giocare a pallone in strada.
La città deve diventare una vetrina lustra per i grandi eventi, i poveri vanno mandati via, nascosti, messi sotto ricatto.

I padroni ci sfruttano convinti di averci piegati. Il job act ha fatto piazza pulita delle poche tutele rimaste a chi lavora, lasciando mano libera ai padroni. La precarietà è norma, la disoccupazione cresce.
La riforma del lavoro consente ai padroni di licenziare come e quando vogliono. Alzi la testa, lotti per il salario, la sicurezza sul lavoro, contro il dispotismo di capi e caporali? Di te non c’è più bisogno, vai via!
Il lavoro è una roulette russa: i lavori precari, malpagati, pericolosi, in nero sono diventati la regola. Si torna indietro e ci dicono che stiamo andando avanti.
Negli anni della crisi i padroni si sono arricchiti, i poveri sono diventati più poveri. Nel nostro paese i senza reddito, senza accesso alle cure, i senza casa sono sempre di più.
Ci vogliono divisi per poterci meglio comandare e sfruttare.
Soffiano sul fuoco della guerra tra poveri, per mettere i lavoratori italiani contro quelli immigrati, più disponibili ad accettare salari e ritmi e condizioni di lavoro peggiori, perché rischiano di perdere, con il lavoro, anche il permesso di soggiorno.
Il governo ha deciso di aprire un CIE in ogni regione. Quelli nuovi si chiameranno CPR. Oggi in Italia ce ne sono quattro: gli altri nove sono stati chiusi dopo anni di rivolte, fughe, pestaggi e distruzioni.
Il 2 febbraio l’Italia ha siglato un accordo con la Libia perché blocchi gli scafisti e imprigioni profughi e migranti.
Violenze, stupri, omicidi sono il pane quotidiano peri chi finisce nelle prigioni libiche. La Libia di oggi è un inferno, come l’Iraq, la Siria, l’Afganistan. Paesi in guerra dove armi e truppe italiane hanno portato morte e distruzione. In mare si continua a morire, ma Grillo, Salvini e il procuratore capo di Catania, Zuccaro, puntano il dito sulle ONG che li soccorrono.

C’è chi non ci sta, chi si ribella ad un destino già scritto, chi vuole riprendersi il futuro.
Sono gli antimilitaristi, che lottano contro le basi militari, le fabbriche d’armi, la militarizzazione dei nostri quartieri. Sono i prigionieri dei CIE che bruciano le celle e scavalcano i muri. Sono gli sfrattati che non si rassegnano alla strada ed occupano le case vuote. Sono i lavoratori che bloccano e occupano magazzini e strade per vivere meglio.

Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali, le occupazioni e riappropriazioni dal basso degli spazi di vita.
Un mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.

Federazione Anarchica Torinese – FAI
riunioni – aperte agli interessati – in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 2