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Venerdì 17/Sabato 18. Il seme dell’odio: la Lega tra populismo e demagogia

Venerdì 17 febbraio
ore 21
conferenza/dibattito
“Il seme dell’odio. La Lega tra populismo e demagogia”
Interverrà Pietro Stara. Ore 21 in corso Palermo 46

Sabato 18 febbraio
presidio antileghista e antirazzista al Balon – via Borgodora angolo via Andreis.
Dalle ore 10

leggi il volantino distribuito per l’occasione:  

Dai del fascista a Borghezio? Rischi un anno e mezzo di galera!
Il seme dell’odio
Oggi il fascismo ha il volto della Lega: dalle squadracce alle ronde, dalle camicie nere alle camicie verdi, dalle leggi razziali a quelle razziste, da ebrei e rom a immigrati e rom. La musica è sempre la stessa. Come la Resistenza.
Alla vigilia dello 25 aprile del 2009 davanti alla sede della Lega apparve un fantoccio con la faccia di Borghezio appeso a testa in giù, come Mussolini a piazzale Loreto. Manifesti analoghi furono affissi in città. Un gesto simbolico per mostrare che il fascismo è al governo e in parlamento.
Per quei manifesti due anarchici della FAI di Torino stati accusati di aver minacciato e diffamato Borghezio.
Sono accusati di aver detto e scritto che Borghezio è un fascista ed un razzista.
Il PM Rinaudo ha chiesto un anno e mezzo di reclusione. Rinaudo non ha uno straccio di prova ma sostiene che sebbene non si possa dire che siano stati loro, però è chiaro che c’è il concorso morale, perché i nostri due compagni sono della Federazione Anarchica Italiana.

Borghezio è uno dei volti del fascismo di oggi.
Il suo curriculum è di tutto rispetto. Ci sono i consigli su come meglio mascherarsi da innocui regionalisti fatta ai camerati di “Nissa Rebela” durante un convention dell’estrema destra francese. Si va poi alle imprese come dar fuoco ai pagliericci di immigrati sotto ponte Mosca a Torino, passando per la “disinfezione” delle carrozze dove viaggiavano alcune ragazze nigeriane.
Tra le esternazioni più recenti, la descrizione di Mladic, il boia di Srebrenica, come “patriota” o le dichiarazioni di apprezzamento delle idee di Breivik, il nazista norvegese, autore di una strage di ragazzi in vacanza.
I nostri due compagni sono accusati di aver minacciato e diffamato Borghezio.
Sono accusati di aver detto e scritto che Borghezio è un fascista ed un razzista.
Oggi il fascismo colpisce ogni giorno.
Dal 1988 almeno 15.656 immigrati e profughi sono morti tentando di entrare in Europa.
Ogni giorno qualcuno muore in mare, inghiottito dalle norme che impediscono la libera circolazione degli individui.
Il governo Monti sta rinnovando gli accordi con la Libia per i respingimenti in mare. Roma paga, Tripoli fa il lavoro sporco. Profughi e migranti finiscono nelle galere libiche, dove insulti, botte, stupri sono pane quotidiano. Fuori li aspettano il deserto e altri mercanti d’uomini. Tanti non ce la fanno e muoiono di fame e di sete.
Chi sfugge ai mercanti d’uomini, chi riesce a passare la frontiera trova sfruttamento, lavoro nero, schiavitù.
In Italia chi non ha un contratto di lavoro non ha diritto al permesso di soggiorno: i lavoratori stranieri sono per tutta la vita sotto ricatto. Se non si piegano alle pretese dei padroni, rischiano l’espulsione e un anno e mezzo nelle prigioni per immigrati, i CIE. È scritto nelle leggi. Leggi Razziste, che trasformano lavoratori come noi in schiavi alla catena. Leggi scritte dal centro-sinistra e perfezionate dal centro-destra.
La Lega – che propaganda odio razzista e fomenta la guerra tra poveri – è tra i principali responsabili di un’ignominia che ci ha riportati alle leggi razziali del ventennio fascista.
Campi di concentramento e deportazioni non sono ricordo di un infame passato ma sono nelle nostre città, a pochi metri dai giardinetti dove giocano i nostri figli.
Contro il razzismo di Stato non basta la testimonianza, non basta l’indignazione. Bisogna mettersi in mezzo: contrastare retate e deportazioni, rifiutare ronde e militari in strada, sostenere chi lotta nei CIE, chi sciopera contro la schiavitù legale, chi cerca di scavalcare i muri e buttare giù le barriere.
Ribellarsi è giusto, l’indifferenza è complicità.

L’Italia è in guerra. Come ai tempi di Mussolini. Quelli come Bossi, Maroni, Borghezio sono fatti della stessa pasta.
E gli anarchici, oggi come allora, finiscono in tribunale.

 Il 29 febbraio verrà pronunciata la sentenza. Allora sapremo se essere anarchici basta per essere condannati ad un anno e mezzo di reclusione.

Di una cosa siamo sicuri. Noi tutti siamo colpevoli. Colpevoli di lottare contro un assetto sociale dove c’è chi per arrivare a fine mese, rischia ogni giorno di morire di lavoro, colpevoli di volere l’eguaglianza e la libertà per tutti. Quelli nati qui e quelli nati altrove.

per info:
Federazione Anarchica Torinese – FAI
corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21
fai_to@inrete.it – 338 6594361