Venerdì 20 aprile. Anarchici contro il fascismo
Mercoledì 25 aprile: ricordo, fiori, bicchierata alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni
Mercoledì 25 aprile
ore 15
ricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni
in corso Giulio Cesare angolo corso Novara
Il governo caccia i poveri dalle città, riduce le tutele per i profughi, condanna a morire in mare e nelle galere libiche i migranti, apre nuove prigioni per i senza documenti.
Il lavoro è precario e pericoloso, i padroni diventano sempre più ricchi, i militari sono nelle nostre strade: siamo in guerra.
Oggi come nel 1945 la democrazia è un’illusione di libertà e giustizia, che somiglia sempre più al fascismo.
I partigiani di Barriera hanno combattuto perché volevano un mondo libero, senza schiavitù salariata.
Il loro sogno continua ogni giorno nella lotta per una società di liberi ed eguali.
Venerdì 27 aprile. I nuovi manicomi
Venerdì 27 aprile
ore 21 alla Federazione Anarchica
in corso Palermo 46
I nuovi manicomi
A quarant’anni dalla loro chiusura, le gabbie dei matti ci sono ancora.
Il manicomio si è diffuso. Oggi abbiamo repartini in cui vengono effettuati ricoveri coatti, grandi cliniche, comunità, residenze di media e lunga degenza, centri diurni… tutti luoghi dove si viene rinchiusi contro la propria volontà.
La psichiatria ha ancora il potere di controllare le vite di chi viene arbitrariamente etichettato come malato, perché non si conforma alle regole sociali.
La legge Basaglia non ha spazzato via i lacci di contenzione, l’elettroshock, la messa sotto tutela di chi è dichiarato folle, la somministrazione forzata di farmaci che annullano l’individuo.
Introduce la serata Nicola Valentino, autore, tra gli altri, di “Istituzioni post manicomiali”
Organizza il collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni”
Le frontiere invisibili. Lunedì 16 assemblea – mercoledì 18 presidio a Porta Nuova
Lunedì 16 aprile
ore 19,30 presso il Gabrio in via Millio
Le frontiere invisibili
Con l’avvocato Gianluca Vitale, e alcuni attivisti di Chez Jesus, un locale della chiesa occupato a Claviere, divenuto posto tappa per la gente in viaggio verso la Francia.
Mercoledì 18 aprile
ore 18
presidio contro le frontiere
davanti all’ingresso principale della stazione di Porta Nuova
Breaktheborder
Sabato 7 aprile. Cena antipasquale
Sabato 7 aprile
ore 20
corso Palermo 46
cena antipasquale
Il nostro menù veg/vegan:
Antipasti delle streghe
Chicchi ammazzapreti
Caponet satanico
Hummus dell’infedele
Fagiolata da ultima cena
Vino rossonero
E per finire…
Dolcino e Margherita
Benefit lotte sociali
Quanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.
Insomma, da ognuno come può, più che può.
per prenotare scrivete pure a fai_torino@autistici.org
oppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559
Venerdì 23 marzo presentazione del libro “La cooperazione in Italia Dalla pratica solidale alla logica di mercato”
Venerdì 23 marzo
ore 21 alla Fat
in corso Palermo 46
La cooperazione in Italia
Dalla pratica solidale alla logica di mercato
Giovanni Marilli e Daniele Ratti presentano il loro libro, appena uscito per le edizioni Zero in Condotta
Un racconto a due voci dalle Società di Mutuo Soccorso all’odierno movimento cooperativo; dal solidarismo associativo ottocentesco alla prospettiva possibile della cooperazione nel terzo millennio, passando attraverso il paternalismo liberale, cattolico e mazziniano, le associazioni bracciantili, la cooperazione come strumento del socialismo riformista, le contraddizioni del cooperativismo fascista, i riflessi della “guerra fredda”, la svolta imprenditoriale e aziendalista. Un testo che si contraddistingue per il suo essere schietto, demistificatorio, in alcuni passaggi anche “spietato” verso ciò che è stata la cooperazione e che però, proprio per questo, vuole riaffermare e rilanciare l’idea (e l’idealità) del mutuo appoggio e del mutuo soccorso nei loro presupposti originari.
Domenica 18 marzo presidio antimilitarista contro le imprese militari italiane in Africa
Domenica 18 marzo ore 16
nell’ambito della week of action contro le imprese militari italiane in Africa
presidio antimilitarista
in via Po 16
Truppe italiane in Niger, Libia, Tunisia…
Le guerre per l’Africa
Un contingente di parà della Folgore partirà presto per il Niger. Seguiranno specialisti del Genio, addestratori, esperti delle forze speciali.
Sulla carta una missione contro il terrorismo nel cuore del Sahel. La missione in Niger è l’ultimo tassello di una strategia di esternalizzazione della repressione dell’immigrazione. Decenni di campagne mediatiche hanno trasformato le migrazioni in un fronte di guerra.
Venerdì 9 marzo. Africa: Schiavitù e saccheggio
Venerdì 9 marzo
ore 21 alla Fat
in corso Palermo 46
L’immaginario neo-coloniale e il mito della dipendenza africana.
Ce ne parleranno:
l’insegnante e blogger Karim Metref
Stefano Capello studioso di geopolitica
La dipendenza alimentare dell’Africa è frutto del colonialismo. Il continente è costretto con la forza delle armi a produrre cose che non consuma e a consumare cose che non produce. Non è l’Africa ad essere in debito con il mondo è il mondo che è in debito con l’Africa.
Finita l’era coloniale tutto cambia per restare come prima.
Un nuovo tipo di predatore arriva nella foresta africana: la multinazionale.
Il continente è dichiarato territorio di caccia aperta non solo per gli amanti dei safari, ma per tutti quelli in cerca di materie prime a basso costo e di lavoratori sfruttabili a volontà.
Sfruttamento delle risorse, occupazione militare, sostegno a regimi dittatoriali, emigrazione strutturale…
Alcuni dei tasselli del mosaico di un continente oggi conteso da Stati Uniti, paesi europei, Cina, Russia…
8 marzo a Torino. Sciopero femminista globale
Alle 10,30 in piazza Castello angolo via Garibaldi
per una mattinata di azioni
Ore 16,30 piazza 18 dicembre
Corteo cittadino sino in piazza Vittorio.
La Rete Non Una di Meno ha lanciato uno sciopero globale per l’8 marzo 2018.
Uno sciopero contro la violenza patriarcale.
In Italia ogni due giorni una donna viene uccisa.
Crescono gli stupri, le violenze, le molestie, le discriminazioni.
È la reazione del patriarcato alla libertà femminile.
Il termine femminicidio descrive l’uccisione di una donna in quanto donna. L’uccisione di una donna in quanto donna ha un significato intrinsecamente politico. Per paradosso il femminicidio è un atto politico, proprio perché ne viene nascosta, dissimulata, negata la politicità.
Sui corpi delle donne si giocano continue battaglie di civiltà. Sia che le si voglia “tutelare”, sia che le si voglia “asservire” la logica di fondo è la stessa. Resta al “tuo” posto. Torna al “tuo” posto. Penso io a te, penso io a proteggerti, a punirti, a disciplinarti.
Ammettere la natura intrinsecamente politica dei femminicidi e, in genere, della violenza maschile sulle donne aprirebbe una crepa difficilmente colmabile, perché renderebbe visibile una guerra non dichiarata ma brutale. Per questo motivo l’uccisione di una donna in quanto donna viene considerato un fatto privato. Un fatto che assurge a visibilità pubblica solo nelle pagine di “nera” dei quotidiani.
Femminicidi, torture e stupri diventano pubblici quando sono agiti in strada, fuori dagli spazi domestici, familiari o di relazione, quando i profili di chi uccide e violenta si prestano ad alimentare il discorso securitario, favorendo un aumento della militarizzazione, la crescita della canea razzista, nuove e più dure leggi.
La guerra contro le migrazioni ha bisogno di trasformare in nemico chi viaggia. I corpi delle donne diventano il luogo sul quale si gioca la contrapposizione tra chi “tutela” le donne e chi le attacca. La “civiltà” dell’Occidente contro gli estranei, stranieri, diversi, nemici. Quelli da tenere fuori, perché tutto sia in ordine.
Ben diverso è lo sguardo verso le immigrate, che abitano le nostre case e si occupano degli anziani, dei bambini, della casa, verso le ragazze di ogni dove sui marciapiedi in attesa di clienti. Corpi femminili docili e disponibili, a disposizione di chi ha potere e soldi.
Quando invece l’assassino, lo stupratore ha le chiavi di casa, i femminicidi e gli stupri vengono descritti con gli strumenti messi a disposizione dalla psichiatria: il violento è un malato. Raptus, follia, depressione rendono agilmente plastica la narrazione della violenza.
Il folle sfugge alle regole della comunità, perché il suo agire è privo di ragione e, quindi, non rappresenta una rottura del patto sociale. La narrazione della violenza come follia o criminalità agita da pochi soggetti estranei, rende invisibile la guerra contro le donne per la ri-affermazione di una relazione di tipo patriarcale.
Lo sguardo patriarcale si impone nelle istituzioni, che negano il carattere sistemico della violenza di genere, si esplicita nei media, deflagra nel dibattito pubblico sui social, dove la veloce interattività e la solitudine di chi scrive facilitano un linguaggio più crudo, non mitigato dal politicamente corretto.
La rete femminista Non Una di Meno si articola intorno alla necessità che nella guerra contro la libertà femminile si moltiplichino le relazioni, il mutuo soccorso, gli intrecci solidali per battere un nemico subdolo, annidato in ogni spazio che viviamo.
Non Una di Meno propone altresì uno sguardo transfemmnista e intersezionale, uno sguardo situato, che intreccia le varie forme dell’oppressione e dello sfruttamento.
Il lavoro, che, sempre più precario e sottopagato per tutt*, lo è ancor più per le donne. Pagate meno e sfruttate di più, spesso obbligate a mettere al lavoro la propria stessa immagine.
Quest’ anno a Torino uno dei focus della giornata sarà il lavoro di cura.
La rinnovata sessualizzazione del lavoro di cura non pagato riduce la conflittualità sociale conseguente alla erosione del welfare.
La riaffermazione di logiche patriarcali offre un puntello al capitale nella guerra a chi lavora.
Lo sciopero femminista scardina questo puntello e rimette al centro le lotte delle donne per la propria autonomia.
“In occasione della giornata di sciopero femminista globale contro la violenza maschile sulle donne e le violenze di genere, scioperiamo non solo dal lavoro retribuito fuori casa, ma anche dal lavoro dentro casa, dai lavori di cura, dai lavori domestici (che ancora gravano soprattutto sulle donne) e dai ruoli di genere imposti.
Rendiamo visibile il lavoro invisibile, uscendo in strada portando con noi gli oggetti simbolo delle attività e dei lavori da cui l’8 marzo vogliamo scioperare.”
Domenica 4 marzo. Non votare, vieni al cinema!
Non scegliere la tua gabbia! Diserta il circo elettorale!
Domenica 4 marzo, giorno delle elezioni, non affogare la tua libertà nell’urna!
Vieni al cinema!
Una giornata d’anarchia
ore 16
film e apericena
alla Fat, in corso Palermo 46
Proiezione di Brazil, regia di Terry Gilliam
La democrazia è una favola crudele. Si veste di libertà, uguaglianza, solidarietà, ma il suo vero volto è oppressione, sfruttamento, dominio.
La libertà è il privilegio di chi comanda, l’uguaglianza una beffa, la solidarietà è solo sprezzante carità.
Lunedì 29 febbraio punto info astensionista
Venerdì 23 febbraio. Le nuove avventure dei soldati italiani in Africa
Venerdì 23 febbraio
Notizie dal fronte.
Le nuove avventure dei soldati italiani in Africa
ore 21 alla FAT in corso Palermo 46
Interverrà Massimo Varengo
a cura dell’assemblea antimilitarista
I militari italiani partono per il Niger, la Libia, la Tunisia…
Ammazziamoli a casa loro?
Il conte Gentiloni ha chiuso l’anno e il mandato con l’invio d’un contingente della Folgore in Africa.
Ai parà in Niger seguiranno specialisti del Genio, addestratori, esperti delle forze speciali.
Sulla carta una missione contro il terrorismo nel cuore del Sahel. Nei fatti porre le basi per la costruzione di campi di prigionia per migranti a sud della Libia.
Ma in ballo c’è tanto altro… gas, uranio, petrolio, oro, coltan
Lunedì 19 febbraio. Punto info e raccolta abiti contro le frontiere a Porta Nuova
Lunedì 19 febbraio
ore 17
davanti alla stazione di Porta Nuova – ingresso principale
Punto info e raccolta indumenti: scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, tute da sci, per rendere più facile il viaggio a uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.
La raccolta si fa anche nella sede della FAT, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.
Sabato 10 febbraio al Balon raccolta abiti, vin brulè e info contro le frontiere
Sabato 10 febbraio
ore 10
al Balon
Punto info e raccolta indumenti: scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, abiti pesanti, per rendere più facile il viaggio a uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.
Vin brulé, cibo e altre leccornie benefit lotte contro le frontiere
La raccolta si fa anche nella sede della FAT, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.
Lunedì 29 gennaio presidio al negozio Benetton di via Po. Per una solidarietà senza confini
Lunedì 29 gennaio
ore 17
al negozio Benetton di via Po 8 – abiti bambini
presidio
Le maglie Benetton sono macchiate di sangue
Il governo argentino ha deciso di regolare i conti con le comunità resistenti dei mapuche, che hanno recuperato, occupandoli, spazi nelle terre tradizionali delle popolazioni indigene, che non avevano e non intendono adottare la proprietà privata. Quelle terre vennero vendute a metà Ottocento dallo Stato a varie multinazionali, soprattutto inglesi per l’industria estrattiva. Dagli anni Novanta del secolo scorso 930.000 ettari sono passate al colosso manifatturiero Benetton, che le utilizza per farvi pascolare le proprie pecore da lana.
Benetton è complice della repressione durissima contro la popolazione mapuche in lotta. Nonostante i diversi tentativi di insabbiamento, è ormai chiara la partecipazione diretta degli uomini di Benetton all’attacco alla comunità Mapuche sul rio Chabut e nella sparizione e morte di Santiago Maldonado.
Benetton fa la parte del leone, ma i buoni affari nella regione sono molti altri: miniere d’oro, acqua, e il turismo di massa.
Il 25 novembre, durante un attacco armato ad una comunità recuperata nel parco nazionale di Villa Mascardi, la polizia ha ucciso
Rafael Nahuel, il ferito gravemente altri due attivisti, sequestrato e fatto sparire diversi altri.
Dal 2009 Rafael è il 14° attivista ucciso dalla polizia.
Il governo Macrì sta scatenando una durissima repressione contro ogni forma di opposizione sociale.
Chi ha espresso solidarietà con le comunità mapuche resistenti viene accusato di complicità con il terrorismo.
L’accusa ha investito, tra gli altri, anche la Federazione Libertaria Argentina.
L’Internazionale di Federazioni Anarchiche, l?IFA, ha lanciato un appello per iniziative di solidarietà e lotta nella settimana dal 29 gennaio al 4 febbraio.
In moltissime località in ogni dove si terranno presidi, serate informative, raccolta fondi.
La nostra solidarietà attiva non è mai venuta meno in questi mesi. Il presidio di lunedì 29 si inserisce in un percorso di lotta cominciato in settembre e proseguito a ottobre e a dicembre .
Articoli di approfondimento:
Milano e Torino. Dov’è Santiago Maldonado? Le maglie di Benetton sono sporche di sangue
Santiago Maldonado, torturato ed ucciso dallo Stato
Argentina. Attacco alle comunità mapuche: un morto, due feriti, diversi desaparecidos
Per chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese
riunioni ogni giovedì alle 21
corso Palermo 46 – a destra nel cortile –
Venerdì 26 gennaio. I fascisti del “secondo millennio”. Genealogia della destra radicale
Venerdì 26 gennaio
ore 21
alla Federazione Anarchica Torinese – in corso Palermo 46
Una genealogia dei temi e dei concetti chiave della destra radicale da fine Ottocento ai giorni nostri. La cassetta degli attrezzi dalla quale hanno attinto i fascismi storici e nella quale pescano a piene mani neofascisti, postfascisti, identitari, populisti dei giorni nostri.
Dopo il 1945 i movimenti fascisti e nazisti hanno a lungo mantenuto l’opposizione sia al blocco NATO che al Patto di Varsavia. Già nel decennio successivo c’è stato un riposizionamento: i neo-fascisti si sono avvicinati alla destra bianca e anticomunista. Una scelta obbligata per reinserirsi nel gioco politico, costruendo un’area militante disponibile allo scontro anche fisico con le sinistre.
Il pieno inserimento nel gioco democratico segna i percorsi di buona parte delle attuali formazioni fasciste.
Un’analisi delle idee e delle pratiche che segnano i percorsi e raccontano il crescente successo dei nuovi fascisti, tra continuità e fratture con il passato.
Ne parliamo con Pietro Stara, autore de “L’identità escludente, La Nuova Destra tra piccole patrie e Europa nazione”
Sabato 20 gennaio. Distruggiamo le frontiere! Punto info e raccolta abiti pesanti
Sabato 20 gennaio
ore 10
davanti alla stazione di porta Susa
punto info e raccolta indumenti: scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, abiti pesanti, per facilitare il viaggio di uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.
La raccolta proseguirà nella sede della Federazione Anarchica Torinese, corso Palermo 46, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.
Distruggiamo le frontiere!
I muri della fortezza Europa uccidono uomini, donne e bambini che fuggono guerre, miseria, persecuzioni e dittature.
Il confine è una linea sottile sulle mappe. Tra boschi e valichi, tra le acque del Mare di Mezzo, non ci sono frontiere: solo uomini in armi che le rendono vere.
Queste barriere invisibili separano i sommersi dai salvati. Tanti restano impigliati nelle reti messe lungo il cammino. La strada che porta nel cuore dell’Europa è disseminata di insidie. In Italia il governo paga i trafficanti, invia truppe per fermare la gente in viaggio. Gli esecutori sono in Africa, i mandanti siedono in Parlamento.
Le frontiere uccidono.
Chi ha affrontato il deserto, le torture, la prigionia è disposto a tutto pur di arrivare.
Molti mettono ulteriormente a rischio la propria vita. Scarsamente equipaggiati e in condizioni precarie sfidano le intemperie, e provano a superare i dispositivi di controllo, per oltrepassare il confine. Magari in ciabatte. Con la speranza di un futuro migliore per se stessi e per le proprie famiglie.
In Piemonte tanti imboccano i gelidi sentieri innevati delle rotte alpine al confine con la Francia.
Inceppare il meccanismo diabolico che tiene sotto scacco i migranti di ogni dove è possibile. La solidarietà dal basso li aiuta a muoversi liberamente. Spezza l’indifferenza, rompe il silenzio.
Venerdì 19 gennaio. Città frammentate e modelli securitari del vivere
Città frammentate e modelli securitari del vivere
Venerdì 19 gennaio
ore 21
alla Federazione Anarchica Torinese, in corso Palermo 46
Si discuterà di gated communities e uso dello spazio pubblico
Per saperne di più ascolta l’ultima puntata di Anarres
Spazio pubblico e spazio decoroso, controllato, sorvegliato, militarizzato, anestetizzato. La ridefinizione dello spazio urbano in chiave securitaria: l’interesse “pubblico” declinato come business che espelle gli individui che non producono ricchezza e non consumano.
La piramide sempre più aguzza che separa i ricchi sempre più ricchi dalla massa degli oppressi e degli sfruttati alimenta il timore di insorgenze sociali e il desiderio del ceto medio della borghesia di innalzare muri sempre più alti all’interno delle città.
Nascono così gli insediamenti ad accesso controllato, chiusi, sorvegliati da telecamere e guardiani armati. Queste cittadelle fortificate, molto diffuse in Nord e Sud America, da qualche tempo si stanno moltiplicando anche nel nostro Paese.
Ne parliamo con Simone Ruini, architetto e anarchico.
Sabato 13 gennaio. Punto info antimilitarista al Balon
Venerdì 22 dicembre. Le maglie Benetton sono macchiate di sangue! Presidio al negozio di via Roma
Venerdì 22 dicembre
ore 17
al negozio Benetton di via Roma 121
presidio
Le maglie Benetton sono macchiate di sangue
Il governo argentino ha deciso di regolare i conti con le comunità resistenti dei mapuche, che hanno recuperato, occupandoli, spazi nelle terre tradizionali delle popolazioni indigene, che non avevano e non intendono adottare la proprietà privata. Quelle terre vennero vendute a metà Ottocento dallo Stato a varie multinazionali, soprattutto inglesi per l’industria estrattiva. Dagli anni Novanta del secolo scorso 930.000 ettari sono passate al colosso manifatturiero Benetton, che le utilizza per farvi pascolare le proprie pecore da lana.
Benetton è complice della repressione durissima contro la popolazione mapuche in lotta. Nonostante i diversi tentativi di insabbiamento, è ormai chiara la partecipazione diretta degli uomini di Benetton all’attacco alla comunità Mapuche sul rio Chabut e nella sparizione e morte di Santiago Maldonado.
Benetton fa la parte del leone, ma i buoni affari nella regione sono molti altri: miniere d’oro, acqua, e il turismo di massa.
Il 25 novembre, durante un attacco armato ad una comunità recuperata nel parco nazionale di Villa Mascardi, la polizia ha ucciso
Rafael Nahuel, il ferito gravemente altri due attivisti, sequestrato e fatto sparire diversi altri.
Dal 2009 Rafael è il 14° attivista ucciso dalla polizia.
Per chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese
riunioni ogni giovedì alle 21
corso Palermo 46 – a destra nel cortile –
Sabato 16 dicembre. Cena antinatalizia: menù eretico e Pres-empio autogestito
Anche quest’anno ti aspettiamo alla cena anticlericale.
Appuntamento sabato 16 dicembre alle 20 in corso Palermo 46.
Menù eretico veg vegan e ed esposizione spettacolare del Pres-Empio autogestito:
ciascuno porti la sua statuetta, decorazione, disegno per arricchirlo.
Il nostro menù:
antipastini diabolici
chiodi della croce al ragù veg
palle di natale
giostra infernale
dolci tentazioni
e… tanti scherzi da prete!
La cena è benefit lotte sociali.
Chiediamo tanti soldi a chi li ha, meno a chi ne ha meno, anche niente a chi non ne ha.
Prenotazioni
Mail: fai_to@inrete.it
327 13 42 350
Sabato 9 dicembre. Morti, stupri, tortura, schiavitù in Libia… Minniti assassino! Punto info al Balon
Venerdì primo dicembre. Femministe e anarchiche: storia, percorsi, lpratiche
Femministe e anarchiche
La storia, i percorsi, le pratiche di ieri e di oggi
Da Emma Goldman alle ragazze del secondo millennio
Venerdì 1 dicembre
ore 21
alla Federazione Anarchica Torinese
in corso Palermo 46
C’è un intreccio potente tra la dominazione patriarcale e la violenza dello Stato, del capitalismo, delle frontiere, delle religioni. Partiamo da noi stesse non per liberare “un genere” ma per oltrepassarli, perché ciascun* si costruisca un proprio percorso di libertà.
La pratica femminista si propone a tutti, a tutte a tutt*.
Le anarcofemmniste guardano il mondo e lottano per cambiarlo sapendo che la rivoluzione sarà anche una festa.
Con Carlotta Pedrazzini della rivista A, curatrice del dossier “Le donne son tornate” e del libro di Emma Goldman “Un sogno infranto. Russia 1917”, Patrizia Nesti, anarchica e femminista della FALivornese e Maria Matteo autrice dell’articolo “Femminicidio. Un atto politico“
Mercoledì 29 novembre. Presidio contro la mostra-mercato dell’industria aerospaziale da guerra
Mercoledì 29 novembre ore 17
presidio antimilitarista in via Po 16
Il 29 e 30 novembre si tiene a Torino “Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra.
Il 28 è stato messo in programma anche un convegno per addetti ai lavori dedicato alla trasformazione digitale e all’industria aerospaziale 4.0
Un’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy nel settore armiero, in testa il colosso Leonardo, con un focus sulle aziende piemontesi, leader nel settore: Thales Alenia Space, Avio Aero, UTC Aerospace Systems.
La mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, governi e organizzazioni internazionali, compagnie di contractor. Quest’anno sono attese 870 aziende e i rappresentanti di 26 governi; sono previsti 6.000 incontri diretti per stringere accordi di vendita.
Tra gli sponsor del meeting spiccano la Regione Piemonte, il Comune di Torino, la Camera di Commercio subalpina.
Nelle foto dei meeting passati si vedono alveari di uffici, dove persone eleganti vendono e comprano i giocattoli, che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. Giocattoli di guerra. Guerre combattute con armi costruite a due passi dalle nostre case.
Torino è uno dei principali centri dell’industria aerospaziale bellica.
Martedì 21 novembre s-conferenza stampa alla RAI
Martedì 21 novembre ore 17,30
s-conferenza stampa alla RAI di via Verdi
L'assemblea della Rete Non Una di Meno di Torino ha deciso di non fare una conferenza stampa per presentare due cortei contro la violenza patriarcale: quello cittadino del 17 novembre e quello nazionale del 25 a Roma.
Abbiamo scelto di fare un presidio nel centro della città, nei pressi di uno dei tre maggiori media cittadini, per proporre una narrazione della violenza di genere diversa da quella di gran parte dei media nazionali ed internazionali.
La violenza di genere è confinata nelle pagine della cronaca nera, una collocazione che ne nega la valenza politica, trasformando pestaggi, stupri, omicidi, molestie in episodi di delinquenza comune, in questioni private.
La libertà che le donne si sono conquistate ha incrinato e a volte spezzato le relazioni gerarchiche tra i sessi, rompendo l'ordine simbolico e materiale, che le voleva sottomesse ed ubbidienti. Il moltiplicarsi su scala mondiale dei femminicidi dimostra che la strada della libertà e dell'autonomia femminile è ancora molto lunga. E in salita.
La narrazione della violenza proposta da tanti media rende questa salita più ripida.
Venerdì 17 novembre. Corteo contro la violenza patriarcale
Venerdì 17 novembre
ore 21
Corteo con cacerolata rumorosa contro la violenza patriarcale indetto dalla rete Non Una di Meno Torino
Martedì 21 novembre ore 17,30 s-conferenza stampa di fronte alla Rai in via Verdi contro la narrazione dei media che nega il senso intrinsecamente politico della violenza di genere.
Le strade libere le fanno le donne che le attraversano
Sabato 11 novembre passeggiata antipsichiatrica al Balon
Il processo per la morte di Andrea Soldi, ucciso dai vigili urbani che stavano cercando di imporgli con la forza un TSO – un trattamento sanitario obbligatorio, sta entrando nel vivo. Era il 5 agosto del 2015.
Solo la solidarietà di amici e vicini, che raccontarono la sua morte terribile, ha impedito che su questa, come su tante altre vicende di violenza psichiatrica, calasse il silenzio.
Nelle ultime udienze hanno testimoniato i sanitari, che visitarono Soldi quando arrivò in ospedale ammanettato e ormai privo di coscienza per la lunga mancanza di ossigeno.
La vicenda di Soldi non è che la punta dell’iceberg. La lista dei morti di psichiatria, che si allunga anno dopo anno, ci mostra una pratica che serve a disciplinare, reprimere, rinchiudere, non certo a “curare”.
Sabato 11 novembre passeggiata informativa per il Balon, con quattro quadri di normale repressione psichiatrica.
L’appuntamento è alle 10 in via Andreis angolo via Borgodora
Malati di niente, morti di psichiatria
Venerdì 10 novembre. Vio. Me. Una fabbrica occupata autogestita a Salonicco
Venerdì 10 novembre
ore 21
corso Palermo 46
Vio. Me.
Una fabbrica occupata autogestita a Salonicco
Interverrà Massimiliano Barbone di Iso.la
Quando il padrone è scappato con la cassa, gli operai della Vio.Me hanno occupato la fabbrica e hanno cominciato a produrre saponi e detersivi con materiali locali ed ecologici.
Tutti hanno la stessa paga e c’è la condivisione delle competenze e la rotazione degli incarichi.
Nella fabbrica c’è un ambulatorio medico aperto a tutti quelli che non possono pagare le cure o non hanno i documenti: poveri, disoccupati, immigrati senza carte.
Ogni notte da anni fanno i turni di guardia per evitare lo sgombero. Ogni volta che c’è un’asta per vendere i macchinari o i terreni operai e solidali vanno in tribunale per bloccarla.
Distribuzione di saponi, detersivi autoprodotti nella Vio.Me occupata
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
riunioni – aperte agli interessati – ogni giovedì alle 21
Sabato 4 novembre. Nessuna pace per chi fa guerra! Quattro passi contro il militarismo
Sabato 4 novembre
ore 15
piazza Statuto
quattro passi contro il militarismo
passeggiata con samba, performance “mercato delle armi”, info e lotta sino a piazza Castello.
In piazza Castello lo Stato celebra la festa degli assassini in divisa a cent’anni dal massacro di Caporetto.
L’Italia è in guerra. In Afganistan, in Iraq, nel Mediterraneo, per le strade delle nostre città.
Partecipa anche tu alla parata dei senzapatria, senza stato, senza eserciti!
Sputiamo su tutte le bandiere, cancelliamo le frontiere!
Venerdì 3 novembre cena antifascista
ore 20
corso Palermo 46
cena antifascista
Antipasto degli arditi del popolo
Risotto resistente
Piselli alla Balmafol
Torte salate dei ribelli della montagna
Dolce sol dell’avvenir
Vino delle Barricate
menù vegetariano/vegano
benefit lotte sociali
Quanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo
per prenotare scrivete a fai_to@inrete.it
Martedì 31 ottobre, presidio da Benetton per Santiago Maldonado, ucciso dallo Stato
Venerdì 20 ottobre – Donne anarchiche in Spagna dalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo
Venerdì 20 ottobre
ore 21
corso Palermo 46
Eulalia Vega dell’università di Barcellona presenta il suo libro:
“Pioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche nella Spagna (1931-1975)”
Dalla rivoluzione, all’esilio, alla resistenza al franchismo…
Pioniere e rivoluzionarie. Storia delle donne anarchiche in Spagna intende restituire visibilità alle donne libertarie che vissero durante la Repubblica, la Guerra civile e il Franchismo. Grazie a una metodologia rinnovata, che comprende le fonti orali, si è potuto recuperare la memoria di queste protagoniste e risolvere alcuni problemi tuttora senza risposta storiografica. Come giunsero queste donne alle idee anarchiche? Perché iniziarono la loro militanza? Furono davvero così marginali nei sindacati della CNT e nella FAI?
Le protagoniste di questo libro furono pioniere perché si ribellarono contro il ruolo subordinato che le donne spagnole avevano nella sfera pubblica e privata fino al momento della Repubblica e della Guerra civile. Furono rivoluzionarie perché vollero abolire le ingiustizie del sistema capitalista e autoritario e perché dedicarono il loro impegno verso la costruzione di un sistema egualitario sul piano economico, sociale e di genere.
Eulàlia Vega è stata professoressa di Storia contemporanea all’Università di Lleida (Catalogna) e all’Università di Trieste. È specialista di storia dell’anarcosindacalismo spagnolo, dei movimenti sociali e di genere. Ha pubblicato numerosi libri e saggi su questi temi. Tra le sue opere principali: El Trentisme a Catalunya (Curial, 1980) y Anarquistas y Sindicalistas durante la Segunda República (Institució Alfons el Magnánim, 1987), Entre revolució i reforma. La CNT a Catalunya (1930-1936) (Pagès, 2004) e i saggi “Mujeres y asociaciones obreras frente al seguro obligatorio de maternidad durante la Segunda República” (Icaria, 2007) e “Mujeres Libres, una luz que se encendió” (Fundación Anselmo Lorenzo, 2016).
Venerdì 13 ottobre. Abitare illegale
Le case fuorilegge
…e chi ci vive, costruendo – anche – utopia concreta
Venerdì 13 ottobre
ore 21
corso Palermo 46
Ne parliamo con l’antropologo Andrea Staid, autore del libro “Abitare illegale. Etnografia del vivere ai margini in occidente”, docente alla NABA
case occupate, costruite sugli alberi in Germania, accampamenti rom e sinti, le case autocostruite in Spagna, eco villaggi, comuni, wagenplatz, squatt, nomadi…
Le riunioni della federazione anarchica torinese sono aperte a tutti gli interessati e si svolgono ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46
Contro i padroni del mondo per un mondo senza padroni

Venerdì 29 settembre corteo dei lavorator* contro il G7

Roviniamo la vetrina dei padroni del mondo!
No al G7!
Tocca a noi costruirlo.
Ecco gli appuntamenti per gli spezzoni rossoneri:
Venerdì 29 settembre
ore 17,30
Corteo dei lavoratori e delle lavoratrici contro il G7<
Partenza da Corso G. Cesare n. 11, vicino a Porta Palazzo (ex stazione Torino-Ceres)
assemblea finale ai giardinetti tra corso Giulio e via Montanaro
Sabato 30 settembre
ore 14
Corteo contro il G7
Ritrovo quartiere Vallette in direzione Reggia di Venaria
per approfondimenti leggi quest'articolo
per info:
fai_to@inrete.it
Giovedì 14 settembre. Presidio da Benetton. Dov’è Santiago Maldonado?
Giovedì 14 settembre
Dov’è Santiago Maldonado?Presidio al negozio Benetton di via Roma 121 – vicino a piazza San Carlo. Ore 17,30
Desaparecido. Scomparso. Pochi sanno che nei decenni trascorsi dalla fine della dittatura in Argentina ci sono stati 310 desaparecidos. Desaparecidos della democrazia. Di loro non si sa più nulla.
Il primo agosto è scomparso Santiago Maldonado, che lottava a fianco dei Mapuche della Patagonia argentina e cilena contro la multinazionale italiana Benetton.
Le terre mapuche, sfruttate in passato da compagnie inglesi, dal 1990 sono di proprietà di Benetton, che le ha trasformate in enormi pascoli per pecore da lana.
Uno dei tanti casi di land grabbing, furto legale di enormi porzioni di territorio, sottratte alle popolazioni che ci vivevano. La forma “moderna” del colonialismo.
Dal primo agosto Santiago è scomparso, “desaparecido”, inghiottito da un potere che non guarda in faccia nessuno, pur di continuare a fare affari.
Quel giorno si trovava a Pu lof en resistencia a Cushamen, quando un centinaio di poliziotti in assetto antisommossa hanno fatto irruzione, sparando proiettili di gomma e di piombo.
Caricato su un mezzo della polizia non è più stato visto.
Il primo settembre centocinquantamila persone hanno attraversato il centro di Buenos Aires, mostrando cartelli e gridando a gran voce “Donde esta Santiago Maldonado?”, “Dov’è Santiago Maldonado?”
In questi giorni fonti anonime della polizia federale hanno fatto filtrare la notizia non confermata che Santiago sarebbe morto per le torture subite durante la detenzione.
Nella lunga storia della lotta Mapuche per la propria terra, chiare sono le responsabilità dei governi che si sono succeduti.
Altrettanto chiare le responsabilità del gruppo Benetton. Dietro alla facciata antirazzista, ci sono i feroci colonialisti del nuovo millennio.
Le maglie colorate di Benetton si sono macchiate del sangue di tanta gente che lottava. Come Santiago Maldonado.
Sabato 9 settembre punto info No G7 al Balon
Sabato 9 settembre
Contro i padroni del mondo per un mondo senza padroni!
Punto info No G7 al Balon
dalle 10,30 alle 13
Leggi il volantino che verrà distribuito:
Contro il G7 lavoro: gettiamo sabbia nel motore dei potenti!
Per un mondo senza servi e senza padron
Venaus, sabato 8 luglio. I No Tav in marcia per la libertà di movimento
Sabato 8 luglio
ore 10 Venaus
I No Tav in marcia per la libertà di movimento
Sabato 8 luglio il movimento No Tav ha lanciato l’appello per una giornata di lotta contro i blocchi e i divieti tra Chiomonte e Giaglione.
Ormai da mesi, oltre alle zone rosse stabili e straordinarie intorno all’area di cantiere, la polizia in occasione di marce notturne ha chiuso tutti gli ingressi di Giaglione, disponendosi sin sulla statale del Moncenisio, una zona lontana chilometri dalla Clarea.
Un’ulteriore passo verso la totale militarizzazione dell’area.
Riprenderci le strade con una manifestazione diurna, aperta, partecipata è l’obiettivo della giornata di lotta dell’8 luglio.
Non solo.
Da troppo tempo si sta allargando la distanza tra la minoranza che agisce e i più che plaudono, limitandosi a partecipare alle grandi marce popolari, quando il movimento si raccoglie per dimostrare che l’opposizione all’opera è forte e radicata, nonostante la repressione, i giochi della politica, il tempo che passa, la tentazione della rassegnazione.
È tempo che la lotta, l’azione diretta siano nuovamente patrimonio di tutti.
Oggi ancora nei paesi vicini al cantiere, domani per bloccare e rendere ingovernabile l’intera valle.
Noi saremo presenti con uno spezzone rosso e nero.
Distribuiremo un nostro documento sul movimento e le prospettive della lotta, in vista dell’apertura dei nuovi cantieri, che segneranno l’avvio definitivo dei lavori per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.
14, 17 e 19 giugno. Cacerolazo antifascista antirazzista contro lo sgombero dei campi rom e i pogrom
Mercoledì 14 giugno
ore 10,30
volantinaggio al mercato di via Porpora contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli di via Germagnano e strada dell’Aeroporto.
Sabato 17 giugno
ore 10,30 / 13 punto info itinerante tra il Balon e San Pietro in Vincoli contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli di via Germagnano e strada dell’Aeroporto
Lunedì 19 giugno
ore 15,30 / 18,30
Cacerolazo antifascista antirazzista
in via Garibaldi angolo piazza Palazzo di città contro il presidio dei fascisti di Forza Nuova
Venerdì 2 giugno. Manifestazione antimilitarista. Per un mondo senza frontiere, eserciti, sfruttamento, dominio
Venerdì 2 giugno
manifestazione antimilitarista
ore 15,30
piazza Statuto
Contro il business delle armi
Contro la guerra ai poveri, il daspo urbano, i militari nel Mediterraneo e nelle nostre periferie
Contro tutti gli eserciti! Per un mondo senza frontiere, eserciti, sfruttamento, dominio
L'Italia è in guerra. A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate nelle guerre di ogni dove.
Le usano le truppe italiane nelle missioni di "pace" all'estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.
All'Alenia di Caselle Torinese oltre ad un nuovo lotto di cacciabombardieri Eurofighter, da quest'anno produrranno anche droni da combattimento.
La spesa di guerra è 68 milioni di euro al giorno. Pensateci quando aspettate sei mesi una visita specialistica. Pensateci quando aspettate da decine di minuti l'autobus.
L'Italia è in guerra. Truppe italiane sono in Afganistan, in Iraq, in Val Susa, nel Mediterraneo e nelle
strade delle nostre periferie, dove i nemici sono i poveri, gli immigrati, i senza casa, chi si oppone
ad un ordine sociale feroce.
Il ministro dell'Interno Minniti ha promosso una legge sulla sicurezza urbana che prevede il daspo, il divieto ai senza casa, senza lavoro, senza documenti di vivere in certi quartieri. Un nuovo capitolo della guerra ai poveri, che saranno puniti perché dormono su una panchina o occupano una casa.
Ogni giorno qualcuno muore nel Mediterraneo. Nei prossimi mesi ne moriranno di più: il governo ha deciso di mettere sotto controllo le navi dei volontari che assistono i migranti sui barconi. Presto guardia costiera e militari imporranno la loro presenza sulle imbarcazioni. A chi non ci sta verrà vietato di approdare in Italia.
L'Italia è in guerra. Ma il silenzio è assordante.
La retorica sulla sicurezza alimenta l'identificazione del nemico con il povero, mira a spezzare la solidarietà tra gli oppressi, perché non si alleino contro chi li opprime.
La retorica della sicurezza alimenta l'immaginario della guerra di civiltà, della paura della jihad globale, mentre il governo italiano è alleato di paesi che finanziano chi semina il terrore.
Chi promuove guerre in nome dell'umanità paga il governo libico e quello turco, e presto anche quelli di Niger e Ciad, perché i profughi vengano respinti e deportati.
Il silenzio è assordante. Il pensiero sulla sicurezza - lo stesso a destra come a sinistra - sembra aver paralizzato l'opposizione alla guerra, al militarismo, alla solidarietà a chi fugge persecuzioni e bombe.
Nel silenzio dei più c'è chi decide di mettersi di traverso, di sabotare le antenne assassine di Niscemi, di battersi contro le fabbriche d'armi, di fermare le esercitazioni di guerra, di aprire ed abbattere le frontiere, di gridare forte il proprio disgusto per la patria e il nazionalismo.
Per fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d'armi, uomini armati per le strade.
assemblea antimilitarista
prossimi appuntamenti
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