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09 maggio – Mirafiori: in piazza contro i fascisti

fai 04Sabato prossimo il comitato “Riprendiamoci il quartiere” ha organizzato una nuova marcia contro i rom a Mirafiori. L’obiettivo esplicito è la cacciata dei rom da piazza Caio Mario, dove si erano rifugiati dopo la fuga da via Artom, dove i fascisti soffiavano sul fuoco dell’odio contro di loro.
Alla fine dello scorso anno per ben due volte questo comitato nato sotto la tutela di Forza Nuova era sceso in piazza, senza troppo successo ma con una buona copertura mediatica. Non erano mancati antirazzisti ed antifascisti che si erano messi di mezzo, obbligandoli ad una ritirata strategica.
Il 9 maggio tornano alla carica. Questa volta il fronte razzista è più ampio: oltre a Forza Nuova ci saranno anche Forza Italia, Fratelli d’Italia, Casa Pound. Vogliono guadagnare consensi giocando la carta della guerra tra poveri, individuando nei più miseri e diversi il perfetto capro espiatorio, per una situazione sociale che in questa periferia arroccata intorno alla fabbrica che non c’è più, è sempre più dura.

Anche questa volta ci saranno anche gli antirazzisti e antifascisti.
L’appuntamento è per sabato 9 maggio alle 15 in piazza Caio Mario angolo via Onorato Vigliani.

Il pregiudizio razzista contro i rom è tra i più radicati: i fascisti fanno leva su uno stigma potente, difficile da smontare.
Difficile sradicare la convinzione che i rom ricevano i famosi 35 euro dalle istituzioni. Una favola utile a disegnarli come volutamente viziosi, delinquenti nonostante l’assistenza ricevuta. Una favola nera, come quella dei ladri di bambini.
In realtà i soldi ci sarebbero stati. Peccato che li abbiano assorbiti come spugne le cooperative ed associazioni della cordata cui il Comune di Torino ha affidato il progetto “la città possibile”. Cinque milioni di euro per 250 persone in social housing temporaneo in posti affittati dal re delle soffitte, Giorgio Molino. Per gli altri mille di Lungo Stura Lazio lo sgombero e la deportazione in Romania. Tra due anni i “fortunati” del social housing finiranno in strada, perché nessuno potrà permettersi di pagare il fitto. Poco importa: il Comune potrà presentarsi con il fiore all’occhiello dalle anime belle di certa Torino, ma con le credenziali di sgombera e abbatte le baracche per i razzisti. Partito per tutte le stagioni e tutti gusti.
Eppure la realtà è sotto gli occhi di tutti.
I rom che girovagano tra le strade di Mirafiori, sperando di sfuggire la canea razzista sono profughi di guerra. Sono arrivati dalla Bosnia vent’anni fa: nel loro paese non hanno più nulla, hanno perso tutto. Sono una cinquantina, la maggior parte bambini.
Vivono qui da due generazioni ma non hanno documenti: sono apolidi ma non hanno neppure il documento che lo attesta: sono stati più volte accompagnati in questura o nei CIE ma non sono mai riusciti ad espellerli. Sono profughi ma non godono delle scarse possibilità di lavoro (temporaneo e super precario) offerte ai rom a Torino.
Anche i bambini nati in Italia faticano a ottenere i documenti: solo pochi possono dimostrare di essere sempre stati qui: molti non sono mai riusciti ad andare continuativamente a scuola. Difficile andare a scuola in modo regolare qse la tua famiglia è obbligata a continui spostamenti dalle Forze dell’Ordine. A volte si devono spostare ogni giorno.

Siamo in un quartiere dove arrivare a fine mese è difficile per tutti, un quartiere di antica emigrazione cresciuto intorno ad una fabbrica. Un posto dove i numeri a due cifre della disoccupazione sono più alti che altrove. Negli anni Settanta il razzismo feroce contro i meridionali si stemperò nelle lotte comuni nei capannoni della Fiat come tra le case/dormitorio di questa periferia dimenticata.
E da qui che occorre ri-partire per porre le basi della guerra sociale che sconfigge la guerra tra poveri, caccia i fascisti e pone le basi per lotte comuni per la casa, la sanità e la scuola. Per chi comanda e sfrutta non c’é differenza tra un rom povero ed un povero gagio.

Ascolta la diretta dell’info di Blackout con Ionut, di Gattorosso Gattonero