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01 05 Primo maggio anarchico. Spezzone rosso e nero

Spezzone rosso e nero al corteo del primo maggio.
Appuntamento dalle ore 8 in Piazza Vittorio Veneto.

Dopo il corteo pranzo del Primo Maggio alla Federazione Anarchica Torinese in corso Palermo 46

Benefit lotte contro lo Stato.

Per prenotare chiamare o inviare SMS al numero 327 7929559

Per un primo maggio di lotta, sciopero, solidarietà tra sfruttati contro sfruttatori e governanti.

Nel 1886 a Chicago i lavoratori lottavano per le otto ore lavorative. In prima fila gli anarchici, che in quella lotta vedevano un passo verso la rivoluzione sociale, la fine della società classista e gerarchica.

Cinque di loro furono impiccati. L’anarchia faceva e fa paura a padroni e governanti.

La morte dei quattro anarchici non spense il fuoco della rivolta. Anzi!

Quel fuoco continua a divampare nelle nostre lotte.

Torino si è trasformata da città dell’auto a vetrina di grandi eventi, un grande Luna Park per turisti, mentre le periferie sono in bilico tra riqualificazioni escludenti e un parco giochi per carabinieri, alpini e poliziotti.
Sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra sono i tasselli del puzzle che disegna il nostro vivere.
La gente delle periferie sente in bocca il sapore agre di una vita sempre più precaria.
Oggi governano Torino i populisti, razzisti e giustizialisti a 5 Stelle, che si congratulano con la polizia che reprime i No Tav e arresta gli anarchici.
Il nuovo questore ha moltiplicato retate e controlli, per cacciare i senza carte e senza tetto, per fare pulizia etnica e sociale.
Lo scorso giugno la paura ha fatto migliaia di feriti e ucciso una donna in piazza San Carlo, durante la proiezione di una partita. Nessuno sparò, nessuno lanciò l’auto contro la folla, nessuno fece esplodere una bomba. Non accadde nulla, ma la paura uccide, il panico uccide. La paura è stata creata a tavolino da decenni di propaganda fascista, leghista e democratica.
Dieci mesi dopo la Procura torinese ha arrestato tre giovani stranieri, perfetti per la parte, che avrebbero usato lo spay al pepe per intascare qualche portafoglio.
Un fatto da nulla, che certo non sarebbe bastato a scatenare il terrore, viene usato per non ammettere che i veri responsabili siedono in parlamento, nelle redazioni di tanti giornali, tv e radio. Sono loro gli imprenditori politici della paura. La paura è il cemento con cui si costruiscono muri, prigioni, barriere, guerre.
Fascisti e leghisti soffiano su un fuoco, che è stato alimentato per anni dai governi di destra e di sinistra. Il leghista che spara a decine di immigrati e viene arrestato mentre fa il saluto romano avvolto nel tricolore, segnala i tempi che cambiano.
Soffiano sul fuoco della guerra tra poveri, per mettere i lavoratori italiani contro quelli immigrati, più disponibili ad accettare salari e ritmi e condizioni di lavoro peggiori, perché rischiano di perdere, con il lavoro, anche il permesso di soggiorno. Ci vogliono divisi per poterci meglio comandare e sfruttare.
Oggi non c’è più bisogno del fascismo per impedire la libera circolazione, reprimere chi si ribella alla schiavitù salariata, occupa una casa vuota, buca una frontiera chiusa.
Chi non si adatta alle regole del gioco, chi è costitutivamente “fuori gioco” diventa un nemico, che l’apparato legislativo isola, seleziona, elimina. Democraticamente.
Chi si fa ricco con il lavoro altrui non guarda in faccia nessuno. Chi governa racconta la favola che sfruttati e sfruttatori stanno sulla stessa barca ed elargisce continui regali ai padroni.
Il governo vuole la fine delle lotta di classe, la resa senza condizioni dei lavoratori.
Cigl, Cisl e Uil, veri sindacati di Stato, firmano contratti indecenti, frenano le lotte, pur di mantenere i propri burocrati e i propri privilegi.
C’è chi non ci sta, chi si ribella ad un destino già scritto, chi vuole riprendersi il futuro.
Sono gli antimilitaristi, che lottano contro le basi militari, le fabbriche d’armi, la militarizzazione dei nostri quartieri. Sono i prigionieri dei CIE che bruciano le celle e scavalcano i muri. Sono gli sfrattati che non si rassegnano alla strada e si prendono le case vuote. Sono i lavoratori che bloccano e occupano magazzini e strade per vivere meglio.

Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali.

Un mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.

Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati – sono ogni giovedì alle 21