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28 10 – Sciopero. Venerdì 26 sciopero e spezzone rosso e nero al corteo

Venerdì 26 sciopero e spezzone rosso e nero al corteo

Appuntamento a Torino ore 9,30 piazza Carlo Felice

Non ci sono governi amici
I più giovani l’hanno sentito raccontare dagli anziani. Trent’anni fa si stava meglio di oggi. C’è stato un tempo, che sta svanendo nella memoria, quando le scuole erano gratuite, non c’erano ticket per medicine, esami e visite mediche, gli affitti erano bassi, poche persone vivevano in strada, si andava in pensione dopo 35 anni di lavoro, si lavorava meno per salari più alti.
Non era merito dei governi o dei padroni che si arricchiscono sfruttando il lavoro altrui. Tutto quello che i poveri di questo paese hanno ottenuto era frutto di lotte durissime condotte insieme nei luoghi di lavoro, nei quartieri, nelle scuole.
I lavoratori e le lavoratrici, chi stava in fabbrica e chi era in casa, si sono battuti per riprendersi parte di quello che ci viene rubato da chi ha molto e vorrebbe avere ancora di più. Per i padroni la nostra fatica quotidiana è solo un costo da abbattere, da eliminare.
C’è stato un tempo in cui i lavoratori e le lavoratrici hanno fatto paura ai governi e agli imprenditori, che temevano per le loro poltrone e per i loro profitti, avevano timore che non ci accontentassimo, che li cacciassimo via, che abolissimo la proprietà privata e decidessimo di autogovernarci.
In trent’anni si sono ripresi tutto.
La salute e l’istruzione sono per chi se le può permettere, i salari sono diminuiti, le ore di lavoro cresciute, tanta gente finisce in strada perché non può pagare l’affitto. Il lavoro, quando c’è, è sempre più pericoloso, precario, malpagato. La lista dei lavoratori uccisi dal lavoro si allunga, i giovani campano di lavoretti, gli anziani non possono andare in pensione.
Ci raccontano che il “governo del cambiamento” renderà migliori le nostre vite.
Non è vero.
Il governo Lega – 5 Stelle ha promesso di ridurre l’età della pensione e di dare un reddito ai più poveri.
Tanta retorica nasconde una truffa e un inganno. Chi andrà in pensione prima dei 67 anni prenderà una pensione molto più bassa, perché il sistema di calcolo della pensione resterà il medesimo. Anzi peggio! Perche i periodi di cassa integrazione e quelli di disoccupazione non verranno conteggiati.
Potremo scegliere tra smettere di lavorare e fare la fame o continuare a lavorare finché non moriamo. Gli anziani licenziati per far posto a giovani precari a metà del loro stipendio non avranno nessuna scelta.
Il reddito di cittadinanza saranno quattro soldi per chi dimostra di “meritarli”, accettando di lavorare gratis, di prendere qualsiasi lavoro anche a 100 chilometri da casa, di spenderlo con una tessera a punti dove e come decide il governo. Lega e 5 Stelle si limitano a modificare in peggio il “reddito di inclusione” del governo targato PD. Chi ha la sfortuna di essere nato altrove non avrà nemmeno l’elemosina destinata agli altri.
Lo Stato etico, che ci tratta da minorenni, decide chi è degno e chi no. I diktat sono chiari: “la proprietà privata è sacra” e va difesa con le armi e il reddito di schiavitù. Il fondamento della società è la famiglia “naturale”, dove le donne sono obbligate a fare gratis il lavoro di cura di figli, anziani, disabili per sopperire ai servizi che non ci sono.
Aumentano le spese per le armi e le missioni di guerra all’estero, nel Mediterraneo e nelle nostre strade, dove per tenere buoni i poveri ci sono sempre più militari e poliziotti.
Il pacchetto sicurezza, oltre a colpire gli immigrati, investe duramente chi lotta.
Chi occupa una casa per dare un tetto a se e ai propri figli rischia lunghe pene detentive. I lavoratori che fanno un picchetto per obbligare chi li sfrutta e deruba ogni giorno a mollare più soldi, più libertà, meno ore di lavoro, meno controlli elettronici non avranno una semplice multa ma la detenzione sino a quattro anni.
Un incubo totalitario. Se non ci opponiamo ora il domani potrebbe essere più scuro di un oggi già nero.
Potremmo vivere tutti bene e a lungo. Il lavoro davvero necessario, quello che serve a tutti, potrebbe durare poche ore ed essere ben pagato. Non vogliamo elemosine, siamo poveri perché pochi altri sono ricchissimi. Cacciamoli via! Tutti!

Dipende da noi fare nuovamente paura ai padroni. Non bisogna aspettarsi nulla dai governi, solo autorganizzandoci e lottando potremo vivere meglio.

Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano più efficaci gli scioperi e le lotte territoriali.
Un mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, senza eserciti e senza governi, un mondo di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.

Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46 – riunioni ogni giovedì alle 21
www.anarresinfo.noblogs.org