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05 luglio. Strappi un manifesto fascista? Ti processano per furto!

Cosa fareste se vedeste un po’ di fascisti affiggere manifesti sulla marcia su Roma? Naturale che i manifesti finiscano in terra.
Il fascista Lonero accusa quattro anarchici di “furto” per aver strappato dal muro i manifesti del suo partito inneggianti alla marcia. Una follia? Non per la Procura del presidente a vita Giancarlo Caselli che ha deciso il rinvio a giudizio.
Il 5 luglio in aula 55 alle ore 11 ci sarà la prima udienza dopo la “filtro” di maggio

I fatti.
Era la vigilia del 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma. Nel pomeriggio c’era stato un presidio No Tav in piazza Castello, in serata una riunione No Tav nella sede del centro di documentazione “Sereno Regis” in via Garibaldi 13.
All’uscita dalla riunione alcuni compagni si dirigono alle auto per andare a casa, quando all’improvviso una macchina con a bordo quattro uomini entra sgommando a grande velocità in via Garibaldi, una via pedonale del centro. Ne scendono quattro uomini che affiggono manifesti de “La Destra” inneggianti alla marcia su Roma. I manifesti vengono strappati e i compagni riprendono la via di casa.
I fascisti non gradiscono, inseguono gli anarchici che si fermano ad aspettarli. I fascisti, tra cui il segretario cittadino e capogruppo in comune Giuseppe Lonero, si lamentano, invocano la democrazia e si vantano di non aver infastidito il presidio No Tav del pomeriggio.
Gli anarchici dichiarano il proprio antifascismo e se ne vanno.
Il giorno dopo Lonero diffonde un comunicato nel quale dichiara che lui e i suoi camerati sarebbero stati “aggrediti da un gruppetto di No Tav che aveva appena finito di manifestare in piazza Castello. Personaggi, in evidente stato di ubriachezza o probabilmente sotto effetto di sostanze stupefacenti, che hanno continuato ad insultarci e hanno staccato ripetutamente i nostri manifesti. Alla faccia della democrazia!”.
Non pago degli insulti a mezzo stampa Lonero si è precipitato dalla Digos ed ha sporto denuncia per… furto! Una porcheria che non stupisce da parte di un fascista.
Come non stupisce che uno come il PM Rinaudo, specializzato nella caccia all’anarchico, già titolare di numerose inchieste contro i libertari torinesi, abbia colto la palla al balzo per formulare l’ennesima accusa. Nel mirino quattro anarchici torinesi, tre dei quali aderenti alla nostra Federazione.
Un’accusa insensata che tuttavia fa gioco per criminalizzare gli anarchici, i No Tav e chiunque si batta contro un sistema politico e sociale fondato sulla gerarchia e l’oppressione.
Non sarà quest’ennesimo attacco della Procura torinese a tapparci la bocca. Anzi!