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25 10 – Spezzone anarchico al corteo dello sciopero generale

Venerdì 25 ottobre
sciopero generale
spezzone anarchico al corteo
ore 9,30 piazza Carlo Felice

I più giovani l’hanno sentito raccontare dagli anziani. Trent’anni fa si stava meglio di oggi. C’è stato un tempo, che sta svanendo nella memoria, quando le scuole erano gratuite, non c’erano ticket per medicine, esami e visite mediche, gli affitti erano bassi, poche persone vivevano in strada, si andava in pensione dopo 35 anni di lavoro, si lavorava meno per salari più alti.
Non era merito dei governi o dei padroni che si arricchiscono sfruttando il lavoro altrui. Tutto quello che i poveri di questo paese hanno ottenuto era frutto di lotte durissime condotte insieme nei luoghi di lavoro, nei quartieri, nelle scuole.
I lavoratori e le lavoratrici, chi stava in fabbrica e chi era in casa, si sono battuti per riprendersi parte di quello che ci viene rubato da chi ha molto e vorrebbe avere ancora di più. Per i padroni la nostra fatica quotidiana è solo un costo da abbattere, da eliminare.
C’è stato un tempo in cui i lavoratori e le lavoratrici hanno fatto paura ai governi e agli imprenditori, che temevano per le loro poltrone e per i loro profitti, avevano timore che non ci accontentassimo, che li cacciassimo via, che abolissimo la proprietà privata e decidessimo di autogovernarci.
In trent’anni si sono ripresi tutto.
La salute e l’istruzione sono per chi se le può permettere, i salari sono diminuiti, le ore di lavoro cresciute, tanta gente finisce in strada perché non può pagare l’affitto. Il lavoro, quando c’è, è sempre più pericoloso, precario, malpagato. La lista dei lavoratori uccisi dal lavoro si allunga, i giovani campano di lavoretti, gli anziani non possono andare in pensione.
Aumentano le spese per le armi e le missioni di guerra all’estero, nel Mediterraneo e nelle nostre strade, dove per tenere buoni i poveri ci sono sempre più militari e poliziotti.
I pacchetti sicurezza, oltre a colpire gli immigrati, investono duramente chi lotta.
Il primo pacchetto sancisce che chi occupa una casa per dare un tetto a se e ai propri figli rischia lunghe pene detentive. I lavoratori che fanno un picchetto per obbligare chi li sfrutta e deruba ogni giorno a mollare più soldi, più libertà, meno ore di lavoro, meno controlli elettronici non avranno una semplice multa ma la detenzione sino a quattro anni.

Il pacchetto sicurezza bis è un altro tassello di un puzzle repressivo che mette in seria discussione la possibilità di manifestare. La responsabilità individuale, che richiede ai PM l’onere della prova, cede il passo alla responsabilità collettiva, al punto che la mera partecipazione ad una manifestazione costituisce un’aggravante per una lunga serie di reati.
Il pacchetto bis perfeziona e rende più netto l’attacco ai movimenti sociali, già attuato con il precedente. La prima legge prevede che chi occupa una casa per dare un tetto a se e ai propri figli può essere condannato a lunghe pene detentive. I lavoratori che fanno un blocco stradale per obbligare chi li sfrutta e deruba ogni giorno ad aumentare le paghe, ad allargare gli spazi di libertà, a ridurre le ore di lavoro rischiano detenzione sino a sei anni.
Le norme varate in agosto trasformano in comportamento criminale persino accendere un fumogeno o fare fuochi d’artificio durante una manifestazione, prevedendo pene da uno a quattro anni di carcere. L’adozione di strumenti di protezione dalla violenza della polizia può costare sino a quattro anni.
Reati come resistenza, violenza a pubblico ufficiale o a corpo politico se commessi durante una manifestazione costituiscono un’aggravante. Se il reato di danneggiamento avviene in un corteo costa sino a 5 anni di reclusione: due in più della pena prevista per la stessa condotta effettuata in qualsiasi altra circostanza.
Il reato di “devastazione e saccheggio” che ora è sanzionato con pene dagli 8 ai 15 anni, prevede un aumento della pena sino a 20 anni nel caso in cui il reato sia commesso nel corso di una manifestazione pubblica, posta sullo stesso piano del saccheggio di viveri, che costituisce un pericolo per il sostentamento della popolazione.

Il nuovo governo Giallo-rosa intende limitarsi a qualche ritocco. Poco, quasi nulla. La sostanza resta la stessa: criminalizzazione delle insorgenze sociali e attacco alla mera solidarietà.
Potremmo vivere tutti bene e a lungo. Il lavoro davvero necessario, quello che serve a tutti, potrebbe durare poche ore ed essere ben pagato. Non vogliamo elemosine, siamo poveri perché pochi altri sono ricchissimi. Cacciamoli via! Tutti!

Dipende da noi fare nuovamente paura ai padroni. Non bisogna aspettarsi nulla dai governi, solo autorganizzandoci e lottando potremo vivere meglio.

Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano più efficaci gli scioperi e le lotte territoriali.
Un mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, senza eserciti e senza governi, un mondo di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.

Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46 – riunioni ogni giovedì alle 21