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27 settembre – Questa notte è in arrivo un treno nucleare

bidone pDa qualche settimana si moltiplicano le voci su un nuovo trasporto di scorie nucleari da Saluggia allo stabilimento dell’Areva a La Hague in Francia.

Molti indizi inducono a ritenere che il treno nucleare potrebbe partire da Vercelli questa notte, ossia la notte tra domenica 27 e lunedì 28 settembre.

Il treno, dopo aver attraversato il basso Piemonte, Alessandria, Asti, arriverà in Val Susa.
Nonostante la pericolosità di questi trasporti, la popolazione locale viene tenuta all’oscuro. L’ultima volta la Prefettura ha inviato un fax ai sindaci dei territori interessati alle 23 del giorno stesso, quando gli uffici comunali erano chiusi.
Questo potrebbe essere uno degli ultimi treni nucleari diretti in Francia, i prossimi faranno il percorso inverso, riportando le scorie in Piemonte, al deposito “provvisorio” di Saluggia.

All’ultimo coordinamento dei Comitati No Tav si è deciso un appuntamento
alla stazione di Avigliana
a partire dalle 21 per una notte bianca di protesta popolare.

Per saperne di più leggete le mail, tenete accesi i cellulari, ascoltate radio Blackout, 105.250 fm. Oggi pomeriggio i movimenti del treno e delle truppe nelle aree interessate hanno confermato il trasporto nucleare.

Vale la pena ricordare che la Regione Piemonte ha una legge che prescrive che venga fatto un piano di emergenza in caso di incidente ad un treno nucleare.
Secondo questa legge – tutti quelli che abitano nel raggio di tre chilometri per lato dalla ferrovia dovrebbero fare le esercitazioni nel caso uno di questi treni deragliasse o saltasse per aria.
In realtà i trasporti nucleari vengono tenuti segreti, le persone che abitano lungo la tratta non vengono informate.
I responsabili delle ferrovie, la maggioranza dei sindaci, la prefettura, la questura tengono la bocca chiusa.
A Viareggio l’incidente ad un treno di materiali chimici ha fatto decine morti e feriti. E’ sin troppo facile immaginare cosa accadrebbe se capitasse un incidente ad un treno pieno di scorie altamente radioattive.
Non ci dicono niente perché temono che la gente – se sapesse – si ribellerebbe.

In questi ultimi anni qualcosa sta cambiando. In molte occasioni, quando i No Nuke sono riusciti ad avere notizia dei trasporti di scorie, hanno dato vita a manifestazioni e proteste nelle stazioni, che hanno rotto il silenzio su queste bombe su rotaia che corrono a pochi passi dalle nostre case.

L’85% delle scorie radioattive prodotte in Italia sono concentrate a Saluggia, Trino vercellese e Bosco Marengo. Dopo quasi trent’anni dalla chiusura delle centrali nucleari italiane la questione delle scorie non è stata risolta. E non lo sarà mai, perché le scorie restano pericolossime per la salute umana e per l’ambiente per decine di migliaia di anni.
In primavera il governo aveva annunciato la pubblicazione delle località candidate al ruolo di deposito nazionale per le scorie, ma non lo ha fatto. Le elezioni imminenti hanno consigliato un prudente silenzio.
In nessun altro paese c’è un sito per lo stoccaggio. Costi altissimi e l’opposizione delle popolazioni coinvolte ha fatto sì che le scorie rimangano nei pressi delle centrali.

I trasporti che stanno facendo a nostra insaputa sono diretti in Francia. Nell’impianto di La Hague, le scorie vengono “riprocessate” e poi rimandate in Piemonte. Radioattive e pericolose come prima, perché a La Hague si limitano estrarre il Mox, un combustibile per le centrali, e il plutonio. Il plutonio serve ad una sola cosa: fare le bombe atomiche.

Il sito di Saluggia non è sicuro: nell’ultima alluvione le falde sono state contaminate. Solo l’incidente di Fukushima ha bloccato il governo dall’intrasprendere una nuova avventura nucleare nel nostro paese.
Qualcuno racconta la favola che l’energia nucleare costa meno. Mentono. Non calcolano i costi di smaltimento delle scorie, la “messa in sicurezza” delle vecchie centrali, i militari e poliziotti che sorvegliano impianti che sono come bombe atomiche.
Se uno dei treni diretti in Francia deragliasse, se qualcuno lo scegliesse come obiettivo e lo facesse saltare, se ci fosse una scossa di terremoto – anche lieve – mentre attraversa il Piemonte e la Francia sino in Normandia, migliaia di persone dovrebbero essere evacuate e tutti rischieremmo la vita.

Vale la pena? Vale la pena di arricchire affaristi senz’altro scrupolo che il lucro? Siamo nella città della Thyssen, nella regione della strage dell’Eternit: credete che ai padroni interessi la nostra salute?
Noi pensiamo di no. E siamo decisi a metterci in mezzo. Per il futuro dei nostri figli, per un mondo senza sfruttati né sfruttatori, per farla finita con la devastazione del territorio, per essere liberi di decidere.

Questi trasporti sono inutili e pericolosi. E’ tempo che smettano. In questi anni le lotte antinucleari hanno rallentato i trasporti. Tocca a noi lottare perché cessino.