Skip to content


04 dicembre – Punto info sulla repressione

repressioneGiovedì 4 dicembre ore 18 – via Po 16 – punto info sul processo contro gli antirazzisti torinesi per i quali il 1° dicembre il PM Padalino ha richiesto complessivamente 80 anni di reclusione.

Di seguito qualche stralcio della dichiarazione spontanea fatta in aula ieri da due nostri compagni, Maria ed Emilio, per i quali la Procura ha chiesto 2,4 e 1,8 anni di reclusione.

“Non siamo qui per difenderci.

I codici riducono le lotte sociali a reati, i pubblici ministeri le trasformano in accuse.

Le lotte per le quali siamo qui si sono dipanate tra il 2008 e il 2009.

Siamo qui per raccontare di un’urgenza. Un’urgenza che è venuta crescendo – giorno dopo giorno – nei luoghi che viviamo e nelle nostre coscienze.

I roghi fascisti contro i rom, le aggressioni contro gli immigrati, la cappa feroce del razzismo istituzionale già disegnavano il presente terribile nel quale siamo forzati a vivere.
La nostra era un’urgenza politica e sociale, ma, soprattutto, etica.

In quegli anni provammo a tessere una rete di solidarietà, per porre argine alla violenza e per gettare i semi di un agire comunicativo capace di rompere la tenaglia del razzismo diffuso nei quartieri popolari dove la guerra tra poveri era già una realtà.  (…)

Abbiamo un solo rammarico. Non essere riusciti a fare di più.

Nella roulette russa della guerra sociale c’è chi affonda e chi resta a galla. Quando la marea sale cresce il numero dei sommersi.
Chi resta ai margini, chi non resiste non dica domani che non sapeva, non dica che non voleva.

Quando qualcuno ci chiederà dove eravamo quando bruciavano le baracche dei rom, quando la gente moriva in mare, quando i lavoratori immigrati erano poco più che schiavi, vorremmo poter rispondere che eravamo lì, tra gli altri, per metterci di mezzo, perché abbiamo sentito il suono della campana e abbiamo saputo che suonava per noi.

Non c’è più tempo. Se non ora, quando? Se non io, chi per me?

Chi non ferma la barbarie ne è complice.”