Susa 18 marzo. Giornata di lotta, autogestione, riconsegna alla città di spazi abbandonati.
Nonostante la pioggia tanti No Tav hanno partecipato al corteo con tanto di banda, che, dopo aver attraversato le vie cittadine, si è recato alla Colombaia, vecchia costruzione militare abbandonata al degrado da molti anni e l’hanno occupata.
Per una giornata il luogo, che domina dall’alto la città di Susa, è tornato a vivere con concerti e cibo condiviso. Gli imbianchini di movimento hanno anche fatto una grande scritta “No Tav”, ben visibile dalla città.
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Nel pomeriggio giro in Clarea a fianco di reti e filo spinato e approdo alla baracca di lamierino rimasta fuori dal recinto degli occupanti.
Torino. In serata diverse centinaia di persone si sono raccolte in piazza Castello, dove era atteso Monti per lo spettacolo verdiano di chiusura dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
La conclusione delle kermesse patriottica è stata degna dell’incipit. Allora le truppe dello Stato italiano repressero nel sangue la rivolta delle popolazioni meridionali, che avevano visto tradita ogni speranza di libertà e giustizia. Oggi le truppe dello Stato italiano occupano militarmente la Maddalena di Chiomonte e blindano Torino per tenere lontani i No Tav, che si oppongono alla devastazione del territorio e allo sperpero di risorse.
Piazza Castello è stata spezzata in due da un imponente schieramento di polizia e carabinieri, che hanno transennato la piazza all’altezza di Palazzo Madama, impedendo a tutti di raggiungere il teatro Regio.
Turi Vaccaro ha provato a eludere l’apparato di polizia ma è stato fermato dalla polizia. Un grande striscione con la scritta “Monti basta TAVanate” è stato appeso in piazza.
I No Tav si sono comunque fatti sentire tra cori, battiture e fischietti, spostandosi di continuo da un lato all’altro della piazza.
I lavoratori del Teatro Regio hanno distribuito un volantino dal titolo “Io non ho paura (dei No Tav)”.
Vale la pena riportarne alcuni stralci: “Siamo un gruppo di lavoratori del Teatro Regio, dove si tiene il concerto di chiusura delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia. Era previsto che il concerto fosse gratuito e aperto alla cittadinanza.
È stato invece riservato ad un pubblico selezionato, perché le note tensioni con il movimento No Tav (che evidentemente scuote nervi e coscienze) hanno causato una ulteriore stretta dei già rigidi protocolli di sicurezza per le alte cariche istituzionali.
Esprimiamo tutto il nostro dissenso per una scelta che costringe a blindare e militarizzare un luogo di lavoro e di divulgazione culturale. I motivi che scatenerebbero quest’emergenza riguardano la lotta di una popolazione per la difesa del proprio territorio, che in questi anni ha coinvolto strati sempre più ampi della società civile e del mondo del lavoro e trova simpatizzanti attivi anche tra noi. Non ci sentiamo né minacciati né in emergenza, se non per l’atteggiamento e le reazioni delle istituzioni, che a nostro parere portano unicamente ad alimentare tensioni e paure fuori controllo e vanno nella direzione di un’indiscriminata repressione delle istanze sociali e popolari ”