Martedì 3 aprile. Folla delle grandi occasioni al Polivalente di Bussoleno. Sul piatto la discussione sull’11 aprile, il giorno in cui l’occupazione di fatto dei terreni di Clarea diventerà legale, perché verranno fatte le procedure per l’occupazione “temporanea”. Un atto formale ma importante, poiché indispensabile all’avvio dei lavori.
L’assemblea si apre con la lettura di una lettera di Luca Abbà, accolta da un fragoroso applauso.
Unanime è la solidarietà ai No Tav ancora in carcere, alcuni dei quali in condizioni di semi isolamento.
Poi si discute del da farsi. Già nei giorni precedenti era girato un appello a tutti i No Tav sparsi per la penisola, perché l’11 attuassero azioni di sostegno alla lotta in Val di Susa.
Il canovaccio da cui si dipana la discussione è comune: mettere i bastoni tra le ruote alle truppe di occupazione. Resta sullo sfondo la questione del terreno di lotta da privilegiare. Le reti del fortino o le azioni per rallentare, inceppare, mettere in difficoltà i movimenti degli occupanti e delle ditte incaricate?
La questione, come ormai da lunghi mesi, resta aperta.
La tensione che attraversa un po’ tutti è la stessa: cercare di essere efficaci, non rassegnarsi ad un ruolo testimoniale, come accaduto ad altri movimenti, che hanno infine subito l’inizio dei lavori, senza riuscire a contrastare la macchina militare che li sostiene.
Nei fatti, fatti più pesanti di qualsiasi retorica assembleare, è innegabile che a dicembre (sull’autostrada) e nella settimana tra il 27 febbraio e i primi di marzo (sempre a fare blocchi) per la prima volta siamo riusciti a mettere in difficoltà l’avversario, a rompere l’accerchiamento mediatico sino ad indurre Regione e Provincia a cercare un confronto istituzionale sulle compensazioni. Se cercano di comperarti vuol dire che le tue azioni sono salite di valore.
Siccome sono criminali ma non stupidi, quelli del governo sanno che la nostra libertà non ha prezzo. Il governo lo ha capito tanto bene che ha deciso di far partire l’iter di approvazione di nuove leggi che sanzionino pesantemente i blocchi stradali e ferroviari. Una legge scritta per tenerci lontani dall’autostrada.
Non siamo più nel 2005: lo scopo principale non è la torta di 22 miliardi di euro, ma il disciplinamento di un movimento di irriducibili rompiscatole, gente che non si fa dividere, gente che non molla né si spaventa, gente che da il “cattivo” esempio un po’ a tutti.
Occorre allargare il fronte di una resistenza, che, anche a bassa intensità, metta i bastoni tra le ruote alle truppe di occupazione: solo così possiamo cominciare a gettare le basi perché poco a poco la situazione divenga per loro ingovernabile.
Andare in Clarea, monitorare quello che accade, può essere utile, ma la partita si gioca altrove.
Non si tratta di lasciare loro Clarea, ma di creare le condizioni per potersela riprendere. Se riusciamo a rendergli la vita difficile un po’ dappertutto prima o poi se ne andranno.
Sull’assemblea di Bussoleno ascolta l’intervista a Blackout di Alberto Perino
Il punto sulla partita che si gioca l’11 aprile nell’analisi di Anarres. Ascolta la breve analisi a radio Blackout
il programma per la settimana dell’11A:
Lunedì 9 aprile pasquetta in Clarea con passeggiata e merenda
Martedì 10 assemblea No Tav a Giaglione ore 20
Mercoledì 11 dall’alba doppio appuntamento contro l’occupazione “temporanea” dei terreni per fare il tunnel :
– al campo sportivo di Giaglione
– ai cancelli della Centrale a Chiomonte (lì verranno fatti entrare i proprietari dei terreni)
Nel pomeriggio appuntamento alle 17 al presidio internazionale di Susa per inceppare la macchina dell’occupazione militare. Si comincia con un’assemblea e poi si va.
Mercoledì 11/domenica 15 settimana di lotta No Tav ovunque