Vi pare una domanda oziosa di fronte agli scandali che stanno travolgendo la dirigenza leghista? Per non dire delle robuste scope che l’amico/nemico Bobo Maroni usa con innegabile entusiasmo?
Non tanto. L’analisi della costituzione simbolica del leghismo, che, nel leader massimo vede incarnate tutte le virtù della Padania, disegna una relazione di carattere carismatico forte, che contiene e giustifica anche ruberie e malaffare.
Il piccolo Frankenstein politico costruito dal ragazzo di Gemonio, una sapiente miscela di invenzione/tradizione/tradimento di una nazione in salsa populista e razzista, comporta la necessaria investitura regale del capo e dei suoi discendenti.
In virtù di tale investitura la famiglia reale padana attinge alle casse del partito. Il partito non è altro dal suo inventore: creatore e creatura coincidono.
Sarà interessante nelle prossime settimane capire se e in che modo l’epopea leghista sopravvivrà. Ma c’è il fondato timore che il piccolo Frankestein leghista sia duro a morire.
Ne abbiamo discusso con Pietro Stara
Sulla parabola della Lega Nord ascolta anche l’intervista a Dario Padovan