Il controllo delle risorse idriche, l’oro blu, è una delle poste in gioco nelle lotte egemoniche del prossimo futuro. Anzi è già storia del nostro presente. Intorno a nodi geopolitici quali le alture del Golan o le sorgenti del Nilo ci sono conflitti che vanno avanti da decenni.
L’acqua – diversamente dal petrolio – potrebbe bastare alle necessità di tutti i sette miliardi di abitanti del pianeta. Non è vero che scarseggi, ma è vero che è mal distribuita, spesso sprecata e soprattutto privatizzata.
La svolta si è avuta nel 2000, quando al II forum dell’acqua svoltosi all’Aja dal 17 al 22 marzo, venne stabilito che l’acqua non era un diritto umano – in quanto tale inalienabile – ma un bisogno umano, quindi smerciabile e privatizzabile.
Un recente rapporto del «National Intelligence Estimate» reso pubblico a Washington dal Dipartimento di Stato ha lanciato l’allarme sulle future minacce alla sicurezza globale.
Secondo l’amministrazione Obama presto la situazione diverrà esplosiva, scatenando vere “water wars”.
Anarres ne ha parlato con Salvo Vaccaro, esperto di questioni geopolitiche e docente all’Università di Palermo.
Ascolta la sua analisi