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La crisi? La paghino i padroni!

Sabato 16 giugno
Ore 10 / 13 in piazza della Repubblica, nei portici all’angolo con corso Giulio
Punto info su crisi, riforma del lavoro, casa, trasporti, sanità
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Sabato 16 giugno a Milano
ore 16 da piazzale Loreto
Partecipiamo al corteo di solidarietà con i lavoratori del “Gigante” di Basiano licenziati, pestati ed arrestati lunedì scorso. Per info sulla vicenda ascolta l’approfondimento su radio Blackout

Mercoledì 20 giugno a Torino
volantinaggio al “Gigante” di via Cigna in solidarietà con i lavoratori di Basiano
Appuntamento alle 18.

Venerdì 22 giugno
sciopero generale indetto dal sindacalismo di base
corteo a Milano – ore 9,30 da largo Cairoli

La crisi morde forte nelle nostre periferie. Nei quartieri dove arrivare a fine mese non è mai stato facile, tanti non ce la fanno a pagare il fitto e il mutuo, rischiando di finire in strada. A Torino si moltiplicano gli sfratti, mentre ci sono 150.000 appartamenti vuoti.
Tra l’IMU, la nuova tassa sulla casa, i fitti alle stelle, i mutui capestro la casa è sempre più un’emergenza sociale. Da molti anni a Torino non si fanno case popolari, poco fruttuose per la potente lobby del cemento e del tondino, che, si è arricchita con le speculazioni di Spina Due e Spina. E presto tre potrebbe essere ai blocchi di partenza un nuovo blocco di cemento e affari tra lo scalo Vanchiglia e la Barriera di Milano.
Però anche a Torino, tra resistenza agli sfratti e occupazioni abitative, sta crescendo la lotta per la casa.

Il governo dice che non ci sono soldi. Mente. I soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li trovano sempre. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole.
La nuova linea tra Torino e Lyon che cercano di imporre con la forza, occupando militarmente il territorio, è un affare da 22 miliardi di euro. Un centimetro di Tav costa 1.200 euro, come lo stipendio di un operaio.
Non vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono investire in telecamere e polizia. Sui tram della linea 4 hanno messo le guardie private.
Stanno varando una riforma del lavoro che renderà le nostre vite ancora più difficili e precarie. I padroni potranno licenziare come e quando vorranno.
Alzi la testa, lotti per il salario, la sicurezza sul lavoro, contro il dispotismo di capi e caporali? Di te non c’è più bisogno, vai via!
Si torna indietro e ci dicono che stiamo andando avanti. L’aumento dell’età pensionabile nega una vecchiaia serena agli anziani e taglia altre prospettive per i giovani.
Da anni il lavoro è diventato una roulette russa: i lavori precari, malpagati, pericolosi, in nero sono diventati la regola per tutti.

Chi si fa ricco con il lavoro altrui non guarda in faccia nessuno. Chi governa racconta la favola che sfruttati e sfruttatori stanno sulla stessa barca e elargisce continui regali ai padroni.
I padroni si sentono forti e passano all’incasso di quel che resta di garanzie, libertà, salario. Un macello che gronda sangue.

Monti vuole la fine delle lotta di classe, con la resa senza condizioni dei lavoratori. Cgil; Cisl e Uil lo hanno accontentato. I lavoratori, strangolati dalla crisi, dall’aumento di tariffe e dalla riduzione di salari e garanzie saranno disponibili a fare altrettanto?
C’è chi non ci sta, chi si ribella ad un destino già scritto, chi vuole riprendersi il futuro.

Sono i No Tav, che da Torino alla Valsusa, resistono all’occupazione militare, allo sperpero di risorse pubbliche, alla devastazione dell’ambiente. Sono i ragazzi tunisini che bruciano le frontiere, sono i prigionieri dei CIE che sfondano le porte e scavalcano i muri. Sono gli sfrattati che non si rassegnano alla strada ed occupano le case vuote. Sono gli studenti che scendono in piazza perché hanno imparato a loro spese che nulla è garantito se non dalla lotta. Sono i lavoratori che stanchi di piegare la testa vogliono riprendersi un po’ della loro vita.

Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, abbandonando l’illusione elettorale, perché destra e sinistra in questi anni si sono divise su tutto ma non su quello che conta. Hanno attuato lo stesso programma: farci pagare la crisi dei padroni finanziando le imprese e tagliando i servizi.
Resistere e lottare si può. A cominciare dalle piccole cose, come il biglietto del tram.

Se nessuno lo paga, se tutti dicono no, i controllori non serviranno a nulla.
Facciamola finita con chi ci dice di abbassare sempre la testa, di tirare a campare, di rassegnarsi. Che se ne vadano tutti!
Un mondo di liberi ed eguali è possibile. Tocca a noi costruirlo.

Per info e contatti:
Federazione Anarchica Torino
corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21

Posted in autogestione, Inform/Azioni, torino.