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Ostaggi del nucleare

Tra Chiomonte, Bussoleno e Borgone. Una lunga notte. Erano giorni che il tam tam degli attivisti contro il nucleare diffondeva la notizia – tenuta accuratamente segreta – della ripresa dei trasporti nucleari tra il deposito di scorie di Saluggia e lo stabilimento di La Hague in Francia, dove le scorie vengono riprocessate, prima di tornare a Saluggia, pericolose come prima. In Francia restano solo il plutonio, ossia la materia prima per fare le bombe atomiche, e il mox, un combustibile nucleare.
Intorno a mezzanotte al campeggio No Tav di Chiomonte arriva la conferma che il Castor, il treno speciale adibito ai trasporti di scorie, è partito da Vercelli. Tutte le stazioni lungo il percorso sono blindate. A Bussoleno, dove si sono dati appuntamento gli antinuclearisti di Torino e della Val Susa, arrivano 17 blindati di polizia e carabinieri, oltre ad un contingente di vigili del fuoco e un paio di ambulanze.
Il treno carico di attivisti provenienti dal campeggio No Tav di Chiomonte viene fermato e tenuto sotto sequestro dalla polizia che impedisce a tutti di scendere. Nonostante le pressioni di un altro centinaio di compagni e compagne, che si sono raccolti nel parcheggio di fronte alla stazione di Bussoleno, i ragazzi del treno vengono tenuti in ostaggio per oltre quattro ore. Verranno liberati a gruppi di dieci solo dopo il passaggio del Castor.
Il campeggio di Chiomonte viene assediato per buona parte della notte. Dal cancello numero 1 del fortino della Maddalena, quello che chiude strada dell’Avanà dopo la centrale Iren, escono il camion con l’idrante, una grossa ruspa, mentre sei blindati riversano all’esterno il loro carico di robocop che attraversano il ponte diretti al campeggio. Si fermano solo quando le luci dell’accampamento resistente si spengono. Il buio disinnesca i robocop, che si fermano ma torneranno nel loro recinto solo dopo il passaggio del treno.
Gruppetti di attivisti di spargono per la valle diretti ad altre stazioni. Un gruppo più numeroso viene intercettato dalla polizia alla stazione di Borgone dove si scatena la caccia all’uomo. Tra Borgone, San Didero, Bruzolo vengono fermate decine di attivisti, che restano a loro volta ostaggio delle forze del disordine sino al passaggio del treno nucleare.

Il treno questa volta è passato quasi in orario, ma ancora una volta è stato rotto il muro del silenzio che accompagna questi trasporti.
Ne devono fare altri nove entro dicembre, e presto torneranno le scorie partite negli anni scorsi.
Racconta questa storia al tuo vicino di casa, al collega di lavoro, all’amico al bar.
La prossima volta possiamo essere molti di più, lungo l’intera tratta del treno. Dove ci aspettano e dove non ci aspettano. Il bello della lotta popolare è la straordinaria capacità di radicarsi nei territori, moltiplicando all’infinito i luoghi di resistenza.

Questa sera a Torino punto info su treni nucleari e Tav.
Appuntamento alle 20,30 in via Po 16.

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