Il 21 novembre comincia a Torino il processo ai No Tav sotto accusa per la resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena. e per la giornata di lotta del 3 luglio 2011.
I No Tav faranno un presidio al tribunale dalle 9.
Dei trenta arrestati il 26 gennaio, due, Maurizio e Alessio, che non hanno fatto richiesta di misure alternative, restano in carcere, Juan è invece ai domiciliari: tutti è tre hanno deciso di rinunciare alla difesa in tribunale, ricusando i propri avvocati. Degli altri imputati, uno è già uscito dal processo, patteggiando un anno, gli altri 42 hanno deciso di andare a dibattimento. Il processo si apre il 21 novembre ma entrerà nel vivo solo all’inizio del prossimo anno.
La procura vuole delle condanne esemplari, dure, per intimorire un movimento che non fa passi indietro nemmeno di fronte al dispiegarsi della violenza di Stato. Per la prima volta da tanti anni questo processo, così come gli altri che investono il movimento contro la Torino Lyon, avviene contro un movimento vivo. Non è quindi un semplice atto di vendetta da parte dello Stato, ma parte integrante dello scontro sulla Torino Lyon.
Sarà importante quanto accadrà in aula, sarà altrettanto importante quello che avverrà per le strade della Val Susa e del resto d’Italia.
In questi giorni sono stati recapitati numerosi rinvii a giudizio nei confronti dei No Tav che parteciparono attivamente alla campagna contro i sondaggi dell’inverno 2010. Il 4 febbraio andranno alla sbarra 28 No Tav. Nel mirino della magistratura la giornata di resistenza alle trivelle del 26 gennaio 2010 in via Amati a Venaria.
L’accusa è di aver bloccato in strada il camion con le luci per la trivella, che ha ritardato di quattro ore. Il reato è “violenza privata”, un reato che prevede la pena massima di quattro anni.
Nel frattempo la Procura prova a colpire i ragazzi del movimento ingiungendo di presentarsi ai servizi sociali. L’accusa? Un ragazzino di 14 anni è “colpevole” di aver distribuito volantini. No Tav, ovviamente!
Per capirne di più del paradigma repressivo che investe il movimento No Tav Anarres ne ha parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese che difende diversi imputati.