Nella mattinata di lunedì 11 febbraio è scattata la rappresaglia delle istituzioni per i tre giorni di lotta del 30 novembre e 1 e 2 dicembre.
Il 30 novembre una trentina di attivisti che manifestavano in solidarietà ai No Tav al comizio per le primarie del PD del segretario Bersani vengono caricati e manganellati dalla polizia. Il giorno successivo stessa sorte capita ad un presidio itinerante attaccato dalla polizia. Il due dicembre un corteo di 500 persone attraversa il centro cittadino, facendo sì che le forze dell’ordine optino per un profilo decisamente basso.
A tre mesi dai fatti i PM incaricati chiedono 8 arresti e sei detenzioni domiciliari, il Gip firma solo 8 obblighi di firma ed alcune perquisizioni.
In tutto gli indagati, di tutte le aree politiche della città, sono 36. Le accuse sono di danneggiamento, lesioni, minacce, il tutto aggravato dalle premeditazione dei tre giorni di lotta.
Trentasei indagati, in una città piccola come Livorno, sono tanti: è una vendetta nei confronti di chi non si piega, di chi non accetta la rovina della città di cui il PD è uno degli artefici, di chi non accetta la disoccupazione, gli sfratti, la politica di guerra.
L’informazione di radio Blackout ha intervistato Dario, uno dei 36 inquisiti
Ascolta il suo intervento
Livorno. Assalto alla prefettura: 36 indagati
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– 14 Febbraio 2013