Martedì 2 aprile, CIE di corso Brunelleschi a Torino. Nella notte un recluso ha appiccato il fuoco nell’area gialla, già più volte danneggiata. Tutte le aree, tranne quella femminile, sono state quasi completamente distrutte dagli immigrati in lotta. L’area bianca appena ristrutturata con materassi ignifughi e tavoli di cemento fissati al suolo è ancora vuota ed inutilizzata.
Oggi i detenuti sono solo 47. Da due giorni sono in sciopero della fame per ottenere la libertà, uno sciopero cui partecipano tutti, comprese le donne.
In mattinata un prigioniero tunisino è salito sul tetto per evitare l’espulsione.
In questi giorni sono stati ridotti i turni del personale interno al CIE: assistenti sociali, medici e infermieri e psicologi.
Gli addetti alle pulizie sono in fibrillazione: da diversi giorni trovano ovunque piccioni morti, hanno paura delle infezioni ed hanno protestato. Pare che stiano facendo analizzare uno degli animali morti. Tra la gente che gravita nel CIE c’è chi pensa che ad ammazzare i piccioni siano i resti del cibo che mangiano i prigionieri.
Un motivo in più per continuare lo sciopero della fame.
Mercoledì 3 aprile. Lo sciopero della fame è stato interrotto in tutte le sezioni tranne una, dove continuerà sino a questa sera.
Per approfondimenti ascolta la diretta realizzata dall’informazione di radio Blackout con Chiara, una compagna impegnata nella lotta contro i CIE