I media ci raccontano la favola del gesuita che si fa Francesco, l’uomo dall’umiltà esibita come marchio per rendere presentabile sul mercato un prodotto ormai screditato.
Con la consumata abilità di chi gestisce con profitto una ditta millenaria, il conclave ha fatto la scelta più opportuna sul piano dell’immagine.
Ma chi è il “progressista” Bergoglio? Di sicuro un uomo che ha vissuto e prosperato all’ombra dei poteri forti nel suo paese, attraversando senza alcun problema i sette anni della dittatura militare di Videla. Altri gesuiti, altri preti seguaci della teologia della liberazione subiranno torture e galera. Non lui.
Sebbene piaccia alla sinistra cattolica, Bergoglio è stato eletto da un conclave disegnato negli ultimi trent’anni da Joseph Ratzinger, l’uomo che, come Prefetto per la congregazione della dottrina della fede – il nuovo nome dell’Inquisizione – ha regolato i conti con le tentazioni sociali della chiesa, specie in Sudamerica.
Dietro l’elezione di Bergoglio si allunga l’ombra del vecchio papa, che si è dimesso per poter vincere la dura partita di potere con il suo segretario di Stato Bertone.
Sullo sfondo lo scontro feroce per il controllo della banca vaticana, la guerra tra le due anime nere che si contendono il controllo della santa finanza, gli uomini dell’Opus Dei, vicini a Ratzinger, i potenti Cavalieri di Colombo, promossi da Bertone. Il conservatorismo antimoderno di Ratzinger contro il conservatorismo ultramoderno di Bertone.
Per tutti l’ambizione di controllare e disciplinare le vite di miliardi di persone, che il gusto per la vita e la libertà conduce ben lontano da ogni religione.
Anarres ne ha discusso con Paolo Iervese, compagno esperto di politica della chiesa.
Ascolta il suo intervento
Giovedì 11 aprile ore 21
corso Palermo 46 Paolo introdurrà il dibattito:
“Francesco è il lupo. Lo scontro di potere all’ombra del Vaticano”