I dati fotografati dall’Istat ci consegnano un paese, sempre più piegato dalla crisi. Nell’ultimo anno è stato perso il 4,8% della capacità di spesa. Il dato peggiore dal 1995.
Sempre ieri sono stati diffusi i dati sulla netta riduzione dei dipendenti pubblici.
Tra il 2006 e il 2011 i dipendenti pubblici sono diminuiti di 230.000 unità (oltre il 6%), passando, compresi i lavoratori flessibili, da 3.627.000 occupati a 3.396.000. Un ulteriore calo dell’1% è stimato per il 2012, anno per il quale non si hanno ancora i dati definitivi.
Al di là delle cifre è chiara l’immagine di un paese impoverito, dove la diminuzione dei dipendenti pubblici riflette i tagli nella sanità, nella scuola, nei trasporti.
Nonostante la durezza della situazione non si innescano conflitti capaci di mettere in difficoltà governo e padroni. La durezza delle cifre e un’attenta analisi dell’anomalia italiana ci conducono nel cuore delle questioni che attraversano i movimenti di opposizione sociale.
Ascolta l’intervista realizzata dall’informazione di radio Blackout a Simone Bisacca, avvocato del lavoro.