Provate a immaginare. E’ una sera d’estate e state affiggendo manifesti per strada. Una pattuglia vi vede con il secchio e, con manovra da film, sgomma, inverte, va contromano e finalmente vi intercetta. Non hanno visto niente, ma sostengono di avervi visto incollare i manifesti. Dentro di voi tirate qualche bestemmia ma vi preparate ad intascare il verbale per affissione abusiva.
Vi sbagliate. I due sceriffi vi stanno preparando una serata diversa. Vi buttano a forza in auto e vi portano in caserma. Qui il rituale è quello da film. Via i vestiti, perquisizione, minacce, arroganza.
Dopo qualche ora ne hanno a sufficienza e vi buttano in strada. Un compagno vi recupera e voi dimenticate presto la faccenda.
Non se ne dimentica la Procura, che vi rinvia a giudizio. Uno di voi due non ha ancora 18 anni: il giudice per i minori decreta il non luogo a procedere.
L’altro, ad anni di distanza, si ritrova in tribunale.
L’accusa? Imbrattamento aggravato. Una follia. Una lucida follia.
La degna conclusione di una serata di ordinario arbitrio.
Una storia piccola, quasi insignificante rispetto a tante altre vicende di sangue e violenza: eppure in tante storie piccole come questa si intreccia la trama della tela di ragno che si avvolge sulla nostra società.
Martedì 4 giugno c’é stata l’udienza filtro.
Mercoledì 19 giugno ore 9 aula 52 il processo entrerà nel vivo.
Un paio di sceriffi, due anarchici ed un giudice
Posted in Inform/Azioni, repressione/solidarietà, torino.
– 7 Giugno 2013
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