L’esplodere violento della vicenda dell’espulsione dei Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua dall’Italia pone diversi interrogativi. Il fatto che il governo italiano, in tutto o in parte, abbia risposto alle pressioni di quello kazako non può sorprendere. Tali e tanti sono gli interessi che legano l’Italia al Kazakhstan che sarebbe parso strano il contrario.
Stupisce invece lo straordinario interesse mediatico, poi riverberatosi anche in parlamento al punto da far traballare la poltrona del ministro degli Interni, che ha dato corpo e visibilità ad una delle tante storie di violazione dei diritti umani per le quali l’Italia si è conquistata negli anni una certa fama internazionale.
La domanda che ci siamo posti è: perché? Perché dopo una mese da un breve lancio Ansa, il quotidiano La Stampa ha lanciato la notizia con grande rilievo? Ieri, all’indomani della debole difesa del ministro Alfano e delle dimissioni del capo di gabinetto del Viminale Procaccini, il quotidiano torinese dedicava alla vicenda le sue prime sei pagine.
Ovviamente c’é un piano interno: l’indebolimento di Alfano, a pochi giorni dal pronunciamento della Cassazione sulla vicenda Mediaset, potrebbe servire a dare un segnale al PDL dopo il pressing esercitato con i mini aventino della scorsa settimana. Ma, oltre e al di là delle ragioni di carattere “interno” alla nostra penisola, c’é l’attacco della fazione più atlantica del blocco di potere nostrano ccontro i flirt politici e gli intrecci economici con i paesi dell’area del rublo. Il Kazakhstan di Nazarbayev è, sin dall’indipendenza legato a filo doppio alla Russia. Attaccare il Kazakhstan significa dare una segnale anche a Putin, specie dopo l’affaire Snowden. Non solo. Il partito “americano” del quale il quotidiano La Stampa può essere considerato una punta avanzata mira, pur senza mettere in discussione contratti, commesse, scambi commerciali con l’area del rublo, a indebolire una possibile alleanza politica della quale Berlusconi non è certo stato l’unico alfiere.
Lo spionaggio degli statunitensi anche ai danni dell’Italia la dice lunga sulle paure sulla tenuta dell’alleanza con il nostro paese. Paure peraltro non del tutto ingiustificate, vista la solerzia con la quale in questi anni l’Italia ha costruito relazioni con la Russia di Putin.
Ascolta l’intervista fatta dall’info di radio Blackout a Stefano, esperto di geopolitica.
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