Soddisfazione per la sentenza è stata espressa anche dal collegio dei difensori della FIOM: che suggerisce al legislatore di ispirarsi al recente accordo sulla rappresentanza firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria.
(Il Manifesto, 24 luglio 2013)
Ieri sono state rese note le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito l’articolo 19 dello statuto dei lavoratori, quello sulla cui base la Fiat aveva escluso dalla contrattazione la Fiom.
Secondo le valutazioni della Consulta la rappresentanza ai soli sindacati firmatari del contratto contrasta coi “valori del pluralismo e libertà di azione della organizzazione sindacale”. Il Lingotto risponde minacciando di andarsene dall’Italia.
Ne abbiamo parlato con Cosimo della CUB
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A suo parere la sentenza della Corte Costituzionale sull’art. 19 va valutata con freddezza e senza limitarsi al compiacimento, pur comprensibilissimo, per l’ira di Marchionne.
Cosa stabilsce, nella pratica, la Consulta?
In primo luogo un banale, ma non scontato, principio liberaldemocratico per il quale la titolarità alla rappresentanza di un soggetto sindacale non può essere vincolata alla firma di un contratto,
specie se a perdere per i lavoratori, ma va basata sulla consistenza dell’organizzazione stessa e l’esclusione di un sindacato maggioritario come la FIOM dai diritti sindacali è, nei fatti, un attacco alle libertà ed al pluralismo sindacale.
La FIAT si trova di fronte ad un limite alla sua pretesa di essere svincolata da ogni norma ed, anzi, in grado di dettare essa stessa le norme e su questo fronte si apre una partita importante
fra FIAT e FIOM, fra FIOM e FIM, UILM, UGL .
Non se deve tuttavia dedurre che da questa sentenza scaturisca un’estensione delle libertà sindacali.
Una lettura della sentenza dice tutt’altro. Nei fatti la Corte Costituzionale afferma che l’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori come mutilato dal referendum che ha ridotto alla firma dei contratti l’unico criterio per il riconoscimento della rappresentatività è anticostituzionale e che serve una legge sull’argomento ma nulla aggiunge sui caratteri che questa legge dovrebbe avere.
Nei fatti possiamo immaginare, e già lo hanno detto gli avvocati della FIOM, che caratteri potrebbe ragionevolmente avere questa legge e se lo dicono gli avvocati della FIOM possiamo
immaginare cosa proporranno CISL, UIL e Confindustria.
La via giudiziaria al sindacalismo è solo un’illusione
Questa sentenza può essere un’occasione per riaprire il confronto e l’iniziativa sul tema delle libertà sindacali ma, appunto, un’occasione e non un risultato.
Ne abbiamo profittato per parlare della notizia che i tre maggiori sindacati hanno sottoscritto con la società che gestirà l’Expo del 2015 a Milano un accordo che allargherà i già amplissimi margini di flessibilità di cui godono gli imprenditori.