Dopo una breve pausa sono riprese le lotte al CIE di Gradisca. Sabato scorso un immigrato è riuscito ad evadere. La notte successiva nella struttura isontina è scoppiata l’ennesima rivolta: gli immigrati si sono alternati nell’occupazione del tetto della struttura, spaccando anche le ringhiere. In tre ce l’hanno fatta a fuggire. Un’evasione spettacolare: con corde improvvisate hanno preso al laccio la ringhiera esterna e con un perfetto passaggio alla marinara sono riusciti a transitare dall’altra parte e darsi alla macchia dopo un salto nel vuoto di quattro metri. Nel frattempo gli altri reclusi facevano arretrare dalle loro postazioni militari e poliziotti con lanci di sedie, bottiglie riempite di sassi trovati nel cantiere allestito per ripristinare la “sicurezza” nelle sezioni danneggiate. Gli scontri sono proseguiti fino all’alba e la tensione non è scemata neppure il giorno successivo.
La scintilla della nuova rivolta è stato il rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli immigrati, che aveva richiesto il rimpatrio volontario. In appoggio all’immigrato, che si è anche procurato un taglio piuttosto serio ad un braccio, è partita la protesta dei suoi compagni di prigionia.
Secondo quanto riferiscono gli attivisti gradiscani della “tenda per la pace e i diritti” durante gli scontri ci sono stati due feriti: uno con tre punti di sutura al viso e l’altro con contusioni al braccio e al ginocchio.
Ascolta la diretta realizzata da radio Blackout con Federico, antirazzista impegnato da molti anni nella lotta contro i CIE.
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