Mercoledì alla Camera e giovedì al Senato, il parlamento ha trasformato in legge il decreto sul finanziamento delle missioni militari all’estero.
I militari italiani sono impegnati in 25 missioni internazionali. La spesa complessiva del dl è di circa 265 milioni di euro – 265.801.614 per la precisione – tra rifinanziamento delle missioni, competenze del ministero degli esteri e “interventi umanitari”. Per le prime due voci il costo è di 256 milioni di euro.
La legge approvata continua a sostenere che “Le missioni delle Forze Armate e di Polizia italiane sono “iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione“. Quelli approvati questa settimana e più volte finanziati dal parlamento non sarebbero interventi di guerra, ma operazioni di mantenimento, istruzione, formazione e controllo di territori a rischio, dove sono in corso conflitti.
I dati a nostra disposizione, specie per l’Afganistan dove l’Italia è maggiormente impegnata, raccontano un’altra storia, la storia di un’occupazione militare violenta, fatta di bombardamenti, mitragliamenti, perquisizioni notturne, assassini di civili. Una storia di guerra.
Queste le missioni internazionali in cui sono impegnate le forze armate italiane:
Missioni ISAF-EUPOL (Afganistan) 124.536.000 euro
Missione UNIFIL (Libano) 40.237.496 euro
Missioni Joint Enterprise – MSU – MLO- EULEX (Kossovo) 22.447.777 euro
Missione ALTHEA – IPU (Bosnia-Ervegovina) 75.320 euro
Missione Active Endeavour (Mediterraneo) 5.090.340 euro
Missione TIPH 2 (Hebron, Palestina) 285.997 euro
Missione EUBAM (valico di Rafah)
Missione UNAMID (Darfur)
Missione UNFICYP (Cipro) 66.961 euro
Missioni ATALANTA e OCEAN SHIELD (antipirateria) 11.424.069 euro
Missione la logistica per l’Afganistan in Barhein – 5.509.576 euro
Missioni EUTM – EUCAP NESTOR (Somalia e Corno d’Africa) 3.689.030 euro
Missione EUBAM (Libia) 2.547.405 euro
Missione EUMM (Georgia)
Missione UNMISS (Sud Sudan)
Missione EUCAP Sahel Niger e iniziative ONU ed EU per il Mali 726.003 euro
Cooperazione delle Forze di polizia italiane (Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Corpo della guardia di finanza) in Albania e nei Paesi dell’area balcanica
Missione EUPOL COPPS (Palestina)
Ufficio Interforze Area Balcani
Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) a protezione del personale delle Forze armate impiegato nelle missioni internazionali.
Si aggiungono il corpo militare volontario e Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana per le esigenze di supporto sanitario delle missioni internazionali in Afganistan e negli Emirati Arabi Uniti.
La più corposa è la missione Isaf-Eupol in Afganistan, a guida Nato la prima, decisa dal Consiglio Europeo la seconda: oltre 3mila soldati impegnati, con mezzi terrestri e aerei, per un totale di oltre 124 milioni di euro (124.536.000)
La seconda per importanza e voce di spese è la Unifil, in Libano, al confine sud del paese fino a quello con Israele. Più di mille i soldati impiegati, come mezzi militari, aerei e navali: in tutto 40 milioni di euro.
Non mancano le missioni navali, tra queste l’Active Endeavour, “impegno attivo” 347 militari, 3 aerei e 4 navi sotto la bandiera della Nato per un costo di 5 milioni di euro.
La missione nasce per il controllo del mar Mediterraneo: secondo i dati raccolti, nel 2009 veniva controllato il 60% delle acque. La percentuale è in aumento negli ultimi anni: ci sono unità di 62 paesi, tra cui anche la Russia, che tengono sotto controllo oltre 100mila mercantili.
Il dato curioso di questa enorme operazione di controllo del mare è quello che non c’é. Ci si aspetterebbe che in tanti anni qualcuno avesse incrociato qualche barcone degli immigrati, che percorrono le rotte del Mediterraneo per approdare in Sicilia. Invece no. nonostante i collegamenti satellitari e i radar potentissimi l’enorme flotta militare internazionale che pattuglia il Mediterraneo non ha mai visto nessuno.
All’inizio la missione era diretta al controllo delle rotte di Al Qaeda, ma non è stato mai fermato nessuno. Solo controlli sui mercantili, oltre 100mila: delle navi dei rifugiati neanche un accenno. Il tratto tra la Libia e la Sicilia, è pattugliato, mentre sul canale tra Tunisia e Italia volano gli aerei: sulla mappa c’è Lampedusa, eppure, da questa missione non giungono dati sulla presenza di navi che non siano mercantili.
Un inghippo interessante da sciogliere, mentre, dopo la strage di Lampedusa, sono diventate più pressanti le richieste di intervento da parte dell’Unione Europea e della sua agenzia per il controllo delle frontiere, la famigerata Frontex.
Anarres ne ha parlato con Stefano Raspa del Comitato contro Aviano 2000. Ne è scaturita una discussione a tutto campo, sul confine sempre più labile tra guerra esterna e guerra interna.
Ascolta la chiacchierata