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No Tav. La gabbia si serra sempre più forte

liberi_ChiaraClaudioNiccoloMattia20 gennaio. Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò, rinchiusi alle Vallette con l’accusa di terrorismo dallo scorso 9 dicembre, sin dal primo giorno sono stati sottoposti ad un regime di sorveglianza speciale. Niente aria né socialità con altri detenuti, chiusi in cella per buona parte della giornata. Claudio e Nicolò sono nella stessa cella, Mattia è in cella con un altro ragazzo: i tre sono nella medesima sezione ed hanno la possibilità di comunicare tra di loro. Al femminile Chiara si trova da sola.
A tutti erano stati concessi gli incontri con amici a familiari. Questa mattina un amico ed un familiare di Chiara sono stati respinti, perché i colloqui sono stati sospesi dai PM Rinaudo e Padalino. Il provvedimento vale anche per gli altri tre.
La corrispondenza censurata e in ritardo già limitava i loro contatti con l’esterno, la decisione di vietare anche i colloqui, serra sempre di più la gabbia che li chiude.
Da questa mattina Chiara è completamente isolata.

È trascorsa solo una settimana dalla decisione del tribunale del Riesame di confermare l’accusa nei loro confronti.
I giudici nelle motivazioni della sentenza hanno scritto: “È ravvisabile la finalità di terrorismo tenuto conto che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese, ed è stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”.
Con queste motivazioni può essere accusato di terrorismo chiunque si opponga attivamente ad una scelta del governo.
Ricordiamo che l’azione di cui sono accusati i quattro No Tav è un sabotaggio al cantiere Tav in Clarea, nella notte tra il 12 e il 13 maggio. In quell’occasione venne danneggiato un compressore, nessuno si fece male.

Per capirne di più suggeriamo di ascoltare l’intervista ad Eugenio Losco, uno degli avvocati dei No Tav arrestati il 9 dicembre. L’intervista è stata rilasciata ad anarres il giorno dopo l’udienza del Riesame, quando ancora non se ne sapeva, sebbene lo si temesse, l’esito.

Aggiornamenti al 22 gennaio. Ieri, in un tribunale blindatissimo, forse per timore di nuovi problemi agli impianti idraulici, si sono svolti gli interrogatori dei quattro compagni, che si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. I PM paiono decisi a istruire il processo in tempi molto rapidi.
Anche la stazione di Porta Nuova e, in particolare, la sala vip e i binari del Freccia Rossa, più volte teatro di proteste e blocchi No Tav, sono stati pesantemente militarizzati.
Evidentemente la polizia temeva un’azione solidale con i prigionieri, cui erano stati negati i colloqui. Un timore autentico, perché nel tardo pomeriggio, un gruppo di attivisti ha bloccato il traffico con masserizie e striscioni alla rotonda di piazza Baldissera, tra via Cecchi e corso Vigevano. Il blocco è durato circa un quarto d’ora. Su uno striscione compariva la scritta “voi bloccate i colloqui, noi blocchiamo tutto”.
In serata alcuni compagni reduci da un caldo e rumoroso saluto al carcere delle Vallette sono stati fermati, identificati e rilasciati dopo circa un’ora.

Posted in Inform/Azioni, no tav, repressione/solidarietà, torino.

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2 Responses

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  2. Terrorismo di Stato | O capitano! Mio capitano!... linked to this post on 24 Gennaio 2014

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