Muri, frontiere e barriere. Dai forconi alle celebrazioni della grande guerra: l’illusione nazionalista ai tempi dell’economia globalizzata e della governance mondiale nell’Europa delle polizie.
La paura genera mostri.
La crisi, l’estendersi della disoccupazione, la precarietà come orizzonte normale, la perdita di tutele da parte di ceti impoveriti e rancorosi, favoriscono la chiusura identitaria. Tornano le patrie, le bandiere, la voglia di serrare le porte.
Quando l’internazionalismo degli sfruttati e degli oppressi non è più lessico comune, aspirazione capace di liberare, utopia concreta, tornano i fantasmi della nazione, dell’identità che si alimenta dell’esclusione, della fantasia del capitalismo “buono” perché produttivo che sconfigge i parassiti della finanza.
Il sogno del paradiso perduto coincide con quello dello Stato che tutela, dei padroni buoni contro i banchieri cattivi, dei politici onesti contro la casta dei corrotti.
La destra, quella istituzionale non meno dei quella più estrema trae linfa vitale da questa diffusa seduzione tricolore.
Dalla Grecia all’Italia, passando per la Francia tira un’aria grama.
Ne discuteremo insieme
venerdì 21 febbraio
ore 21
in corso Palermo 46
Introdurrà la serata Pietro Stara
Autore per i tipi di Zero in Condotta de “La Comunità escludente”
Ascolta l’intervista con Pietro a radio blackout
Una riflessione su forconi e teoria del complotto la trovi in quest’articolo uscito sul mensile A rivista. Sulle spese pubbliche per la celebrazione della prima guerra mondiale dai un’occhiata a questo post.
Sulla natura mitica della grande nostalgia dell’euro, una riedizione modernizzata del
complotto giudeo massonico degli anni Trenta del secolo scorso, ascolta quest’intervista dell’ultima puntata di dicembre a Francesco Carlizza sul “signoraggio”, una delle fantasie più radicate e diffuse nei bar delle nostre periferie.