Matteo Renzi ha accennato la mossa del cavallo con Susanna Camusso, annunciando una riduzione del cuneo fiscale per i redditi medio bassi. Per la prima volta, sorpassando in audacia anche il cavaliere dalle mille maschere, Renzi interviene sui salari, aggirando CGIL, CISL, UIL. Il flirt con Landini, l’educata nonchalance con cui congeda Camusso che minaccia lo sciopero generale, buttando lì la battuta “ce ne faremo una ragione”, danno la misura dell’attacco alle burocrazie sopravvissute alla prima repubblica, quelle democristiane non meno di quelle postcomuniste. Bindi e Camusso sono l’incarnazione – anche fisica – del nemico da abbattere, il cui spazio – anche immaginario – è nell’alterità radicale che esprimono rispetto al maschio, giovane, rampante, spregiudicato, leggero.
La mossa di Renzi è l’affondo più duro mai sferrato a CGIL, CISL, UIL. Nulla che non si potesse prevedere. Colpire a fondo un ceto burocratico, sempre più inutile nell’ammortizzare un conflitto sociale, che non è nemmeno capace di re-suscitare per giustificare le notevoli risorse che assorbe, è un passaggio necessario al consolidamento della propria leadership.
Renzi ha vinto di slancio contro avversari indeboliti dalla mancata vittoria elettorale dello scorso anno, ma oggi, senza passaggio elettorale, Renzi governa con un parlamento dove i suoi avversari interni possono contare su numeri molto forti.
La mossa sul cuneo ha un effetto di detournemant notevole: Renzi può accreditarsi come l’uomo che interviene sui salari, dando fiato ai lavoratori dal reddito più basso, mentre si prepara a giocare davvero la carta della riforma del lavoro. Oggi qualche soldo in busta, domani il job act.
Il Primo Ministro cammina sul filo del rasoio. La partita è aperta.
Aggiornamento al 13 marzo. Alla fine CGIL, CISL, UIL se ne “sono fatta una ragione”. Oggi, dopo l’annuncio del taglio del cuneo fiscale per 10 milioni di lavoratori, pur continuando a lamentarsi per essere stati ignorati, i segretari delle tre maggiori confederazioni sindacali plaudono il premier. Camusso si sbilancia e dichiara: “Mi verrebbe quasi da dire che il Governo abbia letto il piano di lavoro della Cgil», aggiungendo « Vedo che il presidente ci ha ascoltato».
Ascolta l’intervista fatta dall’info di blackout a Cosimo Scarinzi della Cub