30 maggio. La sentenza è stata emessa nel tardo pomeriggio. 2 anni e mezzo più 500 euro di risarcimento per Giobbe, 1 anno e 7 mesi più 400 euro di risarcimento per Andrea, 4 mesi per Claudio.
Padalino e Rinaudo i due pubblici ministeri del processo avevano chiesto condanne sino a quattro anni. Con questa sentenza il tribunale accoglie in buona parte l’impianto accusatorio della Procura per un episodio da nulla.
Le accuse nei loro confronti erano gravissime: tentata rapina, sequestro di persona, resistenza aggravata in concorso. Nel mirino un episodio del 16 novembre del 2012, quando, durante un presidio/blocco a Chiomonte, ci fu un diverbio con un poliziotto in borghese che scattava fotografie: poco dopo vennero fermati Claudio e Andrea.
I fatti.
Quella mattina, come tante altre, un gruppo di No Tav faceva colazione davanti al check point della centrale. Qui, dal 27 giugno del 2011, un cancello, filo spinato e un robusto contingente di uomini e donne in divisa impediscono l’accesso alla strada dell’Avanà. Il cantiere/fortino è molto distante ma l’area militarizzata è amplissima.
Da quel cancello passano solo i mezzi delle forze dell’ordine, quelli delle ditte collaborazioniste e i pochi vignaioli autorizzati.
Un tizio in borghese viene sorpreso a scattare foto al presidio. Gli chiedono spiegazioni: lui nicchia, fa spallucce, poi dichiara di essere incaricato dalla Procura: si guadagna qualche insulto ma non viene toccato. Un compagno di Vaie, Andrea, gli scatta a sua volta qualche foto. Dopo che il “fotografo” della Questura se ne è andato sulla sua auto e con la sua macchina foto, arrivano i carabinieri che fermano Andrea e Claudio. Li portano nel fortino e li obbligano per sette ore a stare in piedi su un gradino senza potersi sedere, poi vengono separati e portati via. Verranno rilasciati solo in tarda serata. Andrea viene denunciato per tentata rapina e resistenza aggravata, Claudio, siccome rifiuta di rispondere alle domande, viene denunciato per favoreggiamento.
Sei mesi dopo viene perquisito Andrea, il 13 agosto la procura dispone l’arresto di Giobbe.
Con questa sentenza di primo grado a Giobbe è ancora imposto l’obbligo di dimora nel paesino dove vive, ad Andrea è stato tolto l’obbligo di firma quotidiano, Claudio, presente in aula per il processo, è stato riportato nella sezione AS2 del carcere di Ferrara, perché, con Chiara, Mattia e Nicolò è accusato di terrorismo per un sabotaggio nel cantiere di Chiomonte.