Nell’ultimo anno sono morti nel canale di Sicilia oltre 2000 uomini, donne, bambini. Una strage. Una strage di Stato, scritta nelle leggi che impediscono la libera circolazione delle persone nel nostro paese, come nel resto d’Europa.
Dopo i 360 morti nell’immane tragedia del 3 ottobre scorso il governo italiano decise di mettere in piedi una missione militare nel Mediterraneo, per intercettare le navi cariche di profughi e migranti che sono tornate a solcarlo quando è venuta meno la cortina d’acciaio per la quale l’Italia pagava profumatamente il governo libico.
Sin dalle prime battute è stato chiaro che il costo dell’operazione “Mare Nostrum” era enorme. Il governo italiano spende 9,5 milioni di euro al mese. Sia Monti che Renzi hanno bussato alle porte dell’Europa, pretendendo un impegno diretto degli altri paesi dell’Unione sulla frontiera sud. Dopo le centinaia di sbarchi di questi ultimi sei mesi, alcuni paesi europei sino sono impegnati a mettere a disposizione alcuni mezzi navali per mettere in campo l’operazione Frontex Plus. Dopo alcune settimane dall’annuncio Frontex Plus è ancora avvolta in una nebulosa.
L’unico dato sicuro è che potrà affiancare ma non sostituire Mare Nostrum, poiché i mezzi impiegati saranno del tutto inadeguati.
Frontex Plus dovrebbe partire il primo novembre ma la commissaria europea all’immigrazione Cecilia Malstroem non è ancora in grado di definire quale ne sarà la portata, sebbene si sappia già ora che sia l’area coperta, sia i mezzi impegnati non potranno essere che inferiori a quelli dell’operazione italiana.
Frontex Plus è destinata ad integrare ed incorporare due missioni internazionali già esistenti nel Mediterraneo: la Hermes e la Enea. Le navi Ue non si spingeranno però in acque internazionali, e avranno un ruolo di solo controllo e non di soccorso umanitario.
Il nodo è comunque quello dei finanziamenti: ad oggi non si sa esattamente quali Stati e con quali risorse parteciperanno all’iniziativa europea, che potrebbe sgonfiarsi come una ruota bucata se non ci saranno impegni concreti e precisi.
L’info di Blackout ne ha parlato con Federico, attivista antirazzista ed attento osservatore delle politiche sull’immigrazione e l’accoglienza dei profughi nel nostro paese.