Hanno lavorato per una settimana: il cantiere/fortino di Chiomonte è stato tirato a lucido, le televisioni allertate, i quotidiani amici hanno gestito l’annuncio, la polizia in assetto antisommossa ha bloccato il ponte sul Clarea.
C’erano tutti. Digos, giornali, delegazione europea, e, sebbene non invitati, anche un buon numero di No Tav, che hanno raggiunto i propri terreni in Clarea aggirando il blocco del ponte passando dal sentiero alto.
Renzi all’ultimo minuto da deciso di non venire. Aveva poco tempo e c’erano le nuvole basse. L’elicottero non poteva volare. Tutti gli altri visitatori “illustri” sono passati dalla via maestra delle truppe di occupazione, l’autostrada A32. Lui no. O l’elicottero o niente.
Una foglia di fico che non copre le vere ragioni di un presidente del consiglio che non tollera le contestazioni: anche in questa occasione ha preferito tagliare la corda di fronte ai No Tav che lo aspettavano armati di fischietti e campanacci.
Renzi è Si Tav o No Tav a seconda della convenienza. Nel maggio del 2013, quando ancora l’ipotesi di guidare un governo era lontana, Renzi scriveva nel suo libro-manifesto Oltre la rottamazione: “Altro luogo comune: per creare posti di lavoro è necessario inventarsi l’ennesima grande opera. (…) le grandi opere non sono né un bene né un male in sé. Dipende da dove sono, quanto costano, quanto servono. (…) Non credo a quei movimenti di protesta che considerano dannose iniziative come la Torino-Lione. Per me è quasi peggio: non sono dannose, sono inutili. Sono soldi impiegati male..” (p. 106).
Oggi da presidente del consiglio suona una musica diversa. Ieri ha dichiarato alla stampa: “Mi pare di capire che da parte francese ci sia un problema che riguarda il finanziamento per i prossimi anni – ha detto il premier – ma si procede. (…) Io rispetto le posizioni di chi è contrario, almeno fino a quando non sfociano in atteggiamenti violenti contro le forze dell’Ordine, che voglio ringraziare. Anche per questo è mia intenzione andare al cantiere”.
La posizione del governo francese è chiara: non muoveranno un mezzo se non saranno sicuri di avere il finanziamento europeo del 40%. Renzi sa perfettamente che nemmeno il suo governo può fare a meno di quei soldi, sa anche che le procedure per averli non sono state completate.
Anche per questo motivo, all’ultimo minuto, ha deciso di tornare a Roma.
Pare abbia dichiarato l’intenzione di venire ad ottobre.
I No Tav lo aspetteranno. Pazienti ma decisi. Bugianen.
Tav. Il bluff di Renzi
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– 18 Settembre 2014