Oggi nell’aula bunker del carcere delle Vallette è stata pronunciata la sentenza al processo ai quattro No Tav accusati di terrorismo, per un sabotaggio al cantiere di Chiomonte della notte del 14 maggio 2014.
L’accusa di terrorismo è caduta. I quattro, che in aula avevano rivendicato l’azione, sono stati assolti dall’accusa di attentato con finalità di terrorismo. Sono stati condannati a tre anni e mezzo di reclusione per detenzione di armi da guerra, danneggiamento e incendio, resistenza a pubblico ufficiale.
Sono state rigettate integralmente le richieste risarcitorie delle parti civili, il governo e il Sap, il sindacato di polizia di estrema destra, che lamentavano un danno all’immagine.
Il movimento No Tav nell’anno intercorso dall’arresto di Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò ha in varie occasioni ribadito che il processo ai quattro No Tav è un processo al movimento nel suo insieme, che ha fatto propria la pratica del sabotaggio non violento.
Centinaia sono state le iniziative di informazione e lotta attuate dai No tav in Val di Susa, a Torino e in tutta la penisola.
I due PM al processo Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno continuato a sostenere l’accusa di terrorismo, nonostante un pronunciamento in senso inverso della Cassazione: oggi sono stati clamorosamente smentiti.
Il cardine dell’accusa era l’articolo 270 sexies, che definisce la “finalità di terroriamo” indicata negli articoli 280 e 280 bis che i due PM torinesi avrebbero voluto applicare ai quattro No Tav e ad altri tre arrestati a luglio per lo stesso episodio ma accusati di terrorismo solo lo scorso 9 dicembre. A gennaio il tribunale del riesame avrà sul tavolo della sentenza di oggi.
Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò sono in carcere da oltre un anno, rinchiusi in regime di alta sicurezza, spesso isolati, lontani dai propri compagni ed affetti, la corrispondenza sottoposta a censura.
In queste settimane numerose sono state le iniziative di solidarietà concreta con gli attivisti sotto accusa:dalle migliaia di No tav che hanno dato vita alla fiaccolata delo 7 dicembre a Susa, sino ai blocchi stradali e ferroviari dell’8 dicembre, per giungere ai blocchi di treni a Roma, Vercelli, Trento. In tarda mattinata, dopo la sentenza, la A32 è stata brevemente bloccata da un gruppo di No Tav.
Il movimento No Tav si è dato appuntamento alle 17,30 nella piazza del mercato di Bussoleno, per una prima risposta alla sentenza.
La valle è blindata da questa mattina, numerosi sono i posti di blocco sulle statali e l’autostrada, il dispositivo di sicurezza intorno al cantiere è stato rafforzato.
Al di là dell’umana soddisfazione per la caduta dell’accusa più grave, resta una condanna a tre anni e mezzo, per un gesto che, se la parola giustizia avesse un senso, dovrebbe essere elogiato.
Radio Blackout ha fatto numerose dirette dopo la sentenza.
Qui potete ascoltare Francesco, Alberto Perino, l’avvocato Eugenio Losco.
Rassegna stampa:
Repubblica Stampa
Aggiornamento alle 22. Bussoleno: dopo una breve assemblea circa 500 persone hanno dato vita ad un corteo che ha attraversato il paese passando davanti ad una stazione blindata dalla polizia per poi imboccare la statale 25 bloccata da un imponente schieramento di blindati e uomini dell’antisommossa nei pressi dello svincolo autostradale del Vernetto: per scongiurare i blocchi dei No Tav, la questura ha chiuso per un’ora il traffico sulla statale.
Tra cori e slogan un pensiero solidale era per Francesco, Lucio e Graziano a loro volta accusati di terrorismo. Due di loro da un paio di giorni sono stati trasferiti a Ferrara in regime di alta sorveglianza.
Forte l’impegno, alla fine di una lunga giornata, per la liberazione di tutti i No Tav prigionieri.