I decreti attuativi del job act mostrano la trama reale della tela intessuta da Matteo Renzi.
Ben lungi dall’abolire i contratti precari, Renzi li rende più appetibili ed elastici per il padronato.
I Co. Co. Pro. perdono per strada il “Pro”. “Pro” stava per progetto: il progetto per il quale viene assunto un lavoratore temporaneo aveva il limite intrinseco che, senza il “pro” non era possibile assumere. Con il job act e la liberazione dal “progetto” diventa molto più agevole assumere lavoratori formalmente autonomi, sebbene del tutto dipendenti, senza neppure lo sforzo di inventare una qualche “progetto” che ne vincoli la necessità.
D’ora in poi gli imprenditori saranno liberi di assumere precari a piacere.
L’unico limite è per i lavoratori non qualificati per i quali questa tipologia di contratto non si applica. D’altra parte tra appalti e abolizione dell’articolo 18 i padroni hanno ampio margine di manovra anche con i lavoratori senza particolari qualifiche: sono “usa e getta” senza problemi.
E’ il lavoro ai tempi del PD. Non per caso il ministro di polizia Angelino Alfano si è vantato di aver portato a casa risultati che il vecchio compagnoi di merende di Arcore non era mai riuscito a portare a casa.
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