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Allegria! La scuola in un quiz

aula-deserta-222x160Il 12 maggio si è svolto lo sciopero contro le prove Invalsi nella scuola superiore. Lo sciopero è stato sostenuto da tutto il sindacalismo di base e da numerose organizzazioni e collettivi studenteschi, ma non ha visto l’adesione o l’indicazione di sciopero da parte di nessuno dei sindacati “maggiormente rappresentativi” che pure hanno proclamato, nella giornata dello scorso 5 maggio, la loro contrarietà al ddl Renzi-Giannini.
Eppure la valutazione è uno dei punti essenziali del disegno di legge, che ribadisce con forza, tra l’altro, il ruolo dell’Invalsi.
L’Invalsi è un’agenzia convenzionata con il Ministero dell’Istruzione, che svolge attività di predisposizione di test e di valutazione del sistema scolastico di cui vengono definiti gli standard di rendimento. i test si caratterizzano in modo assolutamente negativo sotto il profilo didattico, perché, seguendo il mito fabbrichista della misurazione oggettiva, propongono le medesime prove (italiano e matematica) in un liceo classico e in una scuola professionale, perché escludono abilità non standardizzate come quelle derivanti dalla presenza di studenti stranieri o in situazione di handicap, perché considerano solo modalità fisse e schematiche di ragionamento.
Ma ovviamente l’Invalsi ha anche altri risvolti e finalità. Attraverso questa presunta rilevazione degli apprendimenti si punta a valutare le scuole e i singoli docenti; non più per l’obiettivo, inizialmente propagandato, di dare finanziamenti alle scuole in linea con lo standard e premi stipendiali ai docenti meritevoli: questo avrebbe comportato investimenti; molto meglio attivare il procedimento opposto e utilizzare la valutazione Invalsi per lasciare al palo le scuole di serie B e i docenti che si rivelino asini, magari perché insegnano a ragionare invece che a fare crocette. Quindi in un’ottica di istruzione intesa come merce, l’Invalsi punta a valutare innanzitutto tutto la produttività, ovviamente quella più funzionale alle esigenze del mercato e alla logica dell’autoritarismo.
Ed è questa manovra, insieme a quella più complessiva, che va contrastata con decisione.

Il ddl sulla buona scuola è al vaglio della commissione Affari costituzionali dopo il via libera in commissione cultura, mentre il 18 maggio dovrebbe approdare nell’aula di Montecitorio.

Le ultime modifiche riguardano il ruolo del preside manager che, a propria discrezione, potrà assumere i docenti, ma non potrà più premiarli a proprio piacimento. A decidere i più meritevoli sarà un apposito comitato, ancora un mistero i criteri che verranno utilizzati, anche se le prove invalsi dovrebbero essere lo strumento principe. Una toppa peggiore del buco secondo i sindacati di base che rilanciano la lotta con la proposta del blocco degli scrutini.

I sindacati di base contestano il “nucleo di valutazione” assunto da Renzi ma proposto dai sindacati di Stato, perché di fatto consegna ulteriori poteri ai potentati locali.

L’info di Blackout ne ha parlato con Patrizia dell’Unicobas, insegnante a Livorno.

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Posted in Inform/Azioni, lavoro.

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