Martedì 12 maggio. Una mattina come tante al CIE di corso Brunelleschi. I reclusi non hanno l’accendino: troppe volte hanno innescato gli incendi che hanno bruciato le sezioni della prigione per senza carte di Torino.
Di solito i prigionieri chiedono da accendere ai militari. Ieri mattina niente accendino, ma insulti e provocazioni. La tensione cresce, quelli dell’area Bianca rifiutano il cibo e lo buttano oltre le recinzioni, nell’area Rossa un ragazzo prova ad impiccarsi.
Nel primo pomeriggio arriva la celere e usa il manganello: diversi reclusi finiscono in infermeria.
Nell’area Verde viene dato alle fiamme un materasso, alcuni rifiutano la cena, altri salgono sul tetto. Tre immigrati portati via nel pomeriggio probabilmente sono stati arrestati.
Per tutta la notte la celere rimane schierata con chiaro intento intimidatorio, vengono fatte alcune perquisizioni ed alcuni salgono sul tetto.
Il CIE è una polveriera. Non bastano né le promesse né le minacce del direttore del CIE Emilio Anello della cooperativa Aquarinto a calmare le acque.
Questa volta ad incendiare il clima è bastata una sigaretta rimasta spenta.