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Gorizia tu sei maledetta

goriziaIl 23 maggio Casa Pound ha indetto una manifestazione nazionale a Gorizia. I fascisti scendono in piazza nel centenario della guerra nazionalista dell’Italia, per l’allargamento ad est dei propri confini. Dopo aver aperto sedi a Pordenone e Udine, la formazione dell’estrema destra, che da qualche anno si sta candidando all’egemonia nella galassia neofascista, gioca, anche in chiave elettorale, la vecchia carta del revanscismo nazionalista.

Gli antimilitaristi ed antifascisti della Regione hanno deciso di indire in contemporanea una manifestazione a Gorizia.

L’info di Blackout ne ha parlato con Federico di Trieste.

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Anarres ne ha discusso con CLaudio Venza dell’Università di Trieste, conb il quale abbiamo ripercorso la storia di una guerra di conquista nazionalista nella quale morirono oltre 600.000 persone sul solo fronte italo/austriaco.

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Di seguito l’appello per la manifestazione regionale indetta dall’Osservatorio Antifascistta del Friuli e della Venezia Giulia

“Il 24 Maggio di cent’anni fa l’Italia entrò nella I guerra mondiale e i fascisti del terzo millennio scelgono questo giorno di vergogna per ribadire il loro slogan demenziale: “alcuni italiani non si arrendono”; infatti per sabato 23 Maggio, Casa Pound ha convocato un corteo nazionale a Gorizia.

È degno dei fascisti celebrare milioni di morti, inviati al macello per il riassetto di quei poteri che subivano prima e subirono ancora dopo nelle loro vite.

Proprio i fascisti sono sempre stati e sempre saranno i migliori alleati di quegli stessi poteri: le prime azioni squadriste furono proprio contro gli scioperi e le autorganizzazioni popolari per garantire gli interessi e i profitti di quei poteri, o contro gli sloveni, in queste terre, per creare il mito di una identità nazionale contro “i barbari”.

“Risorgi, combatti e vinci”, dice Casa Pound: a parte il fatto che ben poco fu vinto e molta ignominia ricade ancora sul comportamento dei “generali” sadici che mandarono al macello seicentomila persone, certamente non si trattò di un risorgimento perché in quella guerra e dalla sua mitologia nazionalista e razzista si propagarono poi i prodromi e le radici lunghe del fascismo e degli orrendi crimini di cui si macchiò poi lungo questi confini.

Si trattò certamente per centinaia di migliaia di combattere una guerra che non era la loro, strappati a forza dalle loro terre e mandati al massacro in condizioni disumane: è facile trovare testimonianze, foto e video che restituiscono lo schifo e l’orrore di quella “bella morte” che esiste solo nei deliri fascisti.

Casa Pound sceglie Gorizia perché fu l’unica città conquistata con le armi, al prezzo di decine di migliaia di vite e della distruzione e abbandono dell’intera città – l’8 agosto 1916 vi era tra le macerie solo un decimo degli iniziali 30mila abitanti – che di “redenzione” visse assai poco e, in più, conobbe la prima deportazione razzista, a danno degli sloveni che erano circa la metà della popolazione iniziale.

Ma sceglie Gorizia anche perché da decenni è stato seminato in questa città, da parte di alcune organizzazioni, un seme nazionalista, irredentista, che legittima operazioni come quelle che ora si vorrebbero attuare.

Solo i fascisti possono trovare in tutto questo qualcosa di degno e glorioso.

Noi ci troviamo solo putrefazione e morte: per dirla con Kafka, a noi “la guerra non suggerisce nessuna idea degna”. Come dice Dürrematt, “quando lo stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria”: non ci piace quell’Europa nella quale gli stati e il capitalismo a suon di patriottismo costruivano e affermavano il loro dominio con la guerra e i massacri, e ci opprime quella di oggi fondata sull’austerity imposta dalla Banca Centrale e dalla commissione Europea, sulla privatizzazione di tutto, sulla distruzione dei diritti e la precarizzazione di ogni aspetto della vita, mentre l’1% si arricchisce tanto da possedere quanto il rimanente 99%.

Il nostro nemico non è chi vive oltre una qualche linea chiamata confine, ma chi ci opprime ogni giorno, e a ben guardare non è cambiato poi molto, si è solo organizzato meglio.

Di queste terre a noi piace ricordare le rivolte, l’ammutinamento e la resistenza di tante e tanti nelle fabbriche, nei quartieri, nei luoghi di lavoro che si diedero allora così come in altre forme quarant’anni dopo e poi ancora, sino ad oggi, nella trama di una società che, quella sì, non si arrende mai reclamando diritti e dignità per tutte e tutti.

Ci è impossibile accettare che il 23 Maggio, a Gorizia si celebri l’infamia dei massacri, tanto più da parte di un’esplicita organizzazione neofascista come Casa Pound, che, nella fattispecie, sfrutta proprio le coincidenze simboliche degli anniversari, per esaltare la guerra da un lato e infangare la Resistenza antifascista dall’altro.

Il 23 Maggio a Gorizia ci sarà una manifestazione antifascista, e rivolgiamo un appello per una mobilitazione ampia e plurale a tutte e tutti coloro – antifascisti/e, antirazzisti/e, movimenti sociali, associazioni, singoli – che hanno per patria il mondo intero, che odiano la guerra ma amano la resistenza e la liberazione dai fascismi di ieri e di oggi.

Osservatorio Regionale Antifascista”

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