Ponte San Ludovico, confine fatto di nulla tra l’Italia e la Francia, in un litorale tutto uguale, stesse case, stesse facce. Un confine che l’Europa avrebbe cancellato, ma torna con il suo carico di gendarmi e poliziotti ogni volta che l’Europa della libera circolazione, si chiude di fronte a profughi, immigrati, manifestanti.
Da oltre dieci giorni centinaia di immigrati premono sul confine, non vogliono restare intrappolati in Italia, se ne infischiano di Schengen e di Dublino e delle regole, che il ministro dell’Interno francese Cazeuneve e il suo collega tedesco De Maiziere, hanno ricordato al primo ministro italiano Renzi.
Renzi, il nuovismo fatto ragion politica, fa come chi l’ha preceduto. Ha provato, senza successo, a giocare la carta dello scaricabarile, facendo leva sul desiderio dei profughi di andare in altri paesi europei.
Molti sono diretti oltre la Francia, verso la Scandinavia o la Gran Bretagna, dove già vivono parenti e compaesani. Arrivano dall’Eritrea in guerra, arrivano dal Sudan da anni squassato dalla guerra civile. Renzi lavora alle spalle, tenta di fermare i profughi alla partenze, tratta con il macellaio eritreo Afewerki, prova a stringere un’alleanza, promettendo armi. Come ai tempi di Gheddafi con la Libia.
A Ventimiglia molti profughi stanno sugli scogli, lungo la linea del confine, sperando di riuscire a bruciare la frontiere, continuando il viaggio.
Una quarantina di uomini e donne trascorre la notte nelle aiuole, nell’area dei Balzi Rossi. Durante la notte la polizia ha tentato invano di farli fuggire con l’intimidazione.
Alle prime ore dell’alba è scattato il blitz.
La polizia prova a sgomberare: i migranti non ci stanno, oppongono resistenza passiva, e vengono portati via di peso in un clima di grande tensione. Nei tafferugli alcuni vengono feriti. Autobus della Croce Rossa li caricano diretti, forse, alla stazione di Ventimiglia.
Resistono ancora sugli scogli un’ottantina di immigrati. La meta, che pareva ormai vicina, si allontana.
In Europa si gioca una partita in cui uomini, donne e bambini sono solo pedine di un gioco feroce.
Hollande, schiacciato dai pronostici, cerca di arginare l’avanzata del Front Nationale. Renzi, reduce da una tornata elettorale poco felice, deve recuperare i consensi persi sul tema dell’immigrazione.
A Ventimiglia la parola è passata ai manganelli. La frontiera, impalpabile per gli europei, si serra di fronte a chi fugge guerre, pensate, agite, finanziate anche a Roma, Parigi, Berlino, Londra.
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