Mentre tutti i riflettori dei media sono puntati sugli sbarchi nel sud Italia e sulla vergognosa situazione a Ventimiglia vi è un altro “fronte” aperto, in Friuli-Venezia Giulia. Qui finisce la rotta di terra di tanti profughi di guerra e migranti.
Da diversi mesi il cosiddetto “corridoio balcanico” è tornato prepotentemente sulla mappa delle strade dell’immigrazione.
Ogni giorno, stipati in furgoni e camion o anche a piedi, decine e decine di persone varcano il confine fra Slovenia e Italia, un confine che, almeno sulla carta, è stato cancellato con l’ingresso della Slovenia nell’UE. La maggior parte degli uomini e donne che approdano in questo lembo di nord est vorrebbe proseguire verso altri paesi europei. Ma le leggi e la polizia inchiodano le frontiere d’Europa, aperte per i cittadini europei e per i ricchi viaggiatori, ma serrate per chi fugge guerre e persecuzioni.
Così, nelle province di Udine, Gorizia e Trieste negli ultimi mesi sono arrivati tantissimi immigrati e richiedenti asilo. Una parte ha trovato posto nelle strutture di accoglienza, che sono più attrezzate e ricettive che in altre Regioni, ma oggi non bastano più. Per gli altri (e si parla di alcune centinaia) solo la strada e poco altro.
La situazione è particolarmente drammatica a Gorizia dove quasi un centinaio di persone dormono in strada, bisognose di tutto e “inseguite” dalla vergognosa ordinanza anti-bivacco del sindaco che impedisce persino di dormire qualche ora su una panchina. La polizia li rastrella, li identifica e impedisce loro qualche ora di sonno all’aperto. Va da se che la scelta dell’amministrazione di centro destra, genera solo ghettizzazione e paura. Ben altra accoglienza avevano ricevuto i fascisti di Casa Pound che il 23 maggio a Gorizia, nel centenario della guerra di annessione di Trento e Trieste all’Italia, erano sfilati in mille inneggiando alla guerra patriottica. Sul palco per il comizio finale era salito anche un assessore della giunta goriziana.
In solidarietà a migranti e profughi, per un accoglienza degna e per la libertà di circolazione un po’ ovunque ci si sta dando da fare: a Pordenone sabato 20 giugno vi è stato un nuovo presidio di migranti e solidali che ha visto un centinaio di persone in piazza mentre a Udine e Gorizia da tempo sono attive reti autorganizzate dal basso che provvedono all’aiuto di chi dorme in strada.
Ascolta la diretta dell’info di radio Blackout con Federico di Trieste