Dopo la strage di Sousse costata la vita a 39 turisti europei per lo più di nazionalità britannica, l’info di Blackout ne ha parlato con Karim Metref, blogger e insegnante di origine cabila, per cercare di chiarire quali sono le dinamiche degli attentati che, dal Bardo a Sousse, stanno scuotendo in questi mesi il paese nordafricano.
La tipologia degli attentati e la scelta delle vittime dimostra la volontà di colpire la principale industria della Tunisia: quella turistica.
E’ evidente che la Tunisia, con un’agricoltura ai limiti della sussistenza e un’industria embrionale, che vive per lo più di commesse estere scarsamente stabili, il colpo dato all’immagine del paese e alla sua capacità di garantire la sicurezza dei turisti si concretizza come una mazzata formidabile alla possibilità del paese di garantirsi stabili introiti in valuta pregiata e di creare posti di lavoro.
La disoccupazione in Tunisia si trova stabilmente a livelli molto alti e riguarda una popolazione molto giovane, in crescita e con un buon livello di scolarizzazione. L’industria turistica in questi anni è stata la più valida alternativa all’emigrazione per quei giovani tunisini che quattro anni fa hanno dato vita alla “Rivoluzione dei gelsomini” che li ha sicuramente resi un po’ più liberi ma non ha certamente risolto i problemi della struttura economica del paese e, conseguentemente, non ha garantito loro né lavoro né reddito.
In questo quadro va inserita l’azione dell’attentatore jihadista sulla spiaggia di Sousse, e soprattutto la strategia che si delinea nella scelta degli obiettivi da parte della galassia islamista tunisina e dei suoi alleati nel mondo arabo, in primis Ansar el Sharia, ben radicato nella vicina Libia.
La Jihad prova a minare le fondamenta economiche del paese per spingere la gioventù tunisina verso una soluzione autoritaria di tipo islamico per risolvere la difficile situazione. In altre parole si tratta di aggravare una situazione in modo da porsi come unici possibili solutori della stessa.
Niente di nuovo sotto il sole e nei giochi di potere.
Ascolta la diretta con Karim
Tanto peggio, tanto meglio: la strategia della jihad in Tunisia
Posted in Inform/Azioni, internazionale.
– 30 Giugno 2015