“Marò assassini! Partigiani sempre, militari mai”. Questa scritta è comparsa nella notte sulla sede della prima circoscrizione.
Quest’anno a Torino, la circoscrizione Centro-Crocetta ha deciso di dedicare ai marò Girone e La Torre il 25 aprile. I due fucilieri della Marina Militare Italiana sono accusati di aver ucciso due pescatori del Kerala, durante un’azione di pattugliamento antipirateria a bordo della petroliera italiana Erika Lexie.
Tutte le forze politiche istituzionali sono state unanimi nella pretesa che i “nostri” marò tornino a casa.
I due pescatori morti ammazzati sono scomparsi da una scena nella quale era loro riservato il ruolo di comparse. A nessuno importa che i due militari abbiano sparato a due lavoratori del mare disarmati.
Omicidi, stragi, massacri compiuti da uomini e donne in divisa si trasformano in servizio alla Patria. L’uccisione di civili è sempre un increscioso incidente di percorso. Nulla più.
Nella neolingua dei politici e dei media main stream due persone accusate di omicidio, due assassini, si trasformano nei “nostri” due marò da portare a “casa”.
Sparare e uccidere, indossando una divisa, è sempre lecito. Il primo impegno di ogni governo è garantire l’impunità agli assassini in divisa.
Lo Stato italiano è abituato all’impunità per i propri militari che si sono distinti in torture, massacri di civili, stupri. L’esercito italiano ha commesso orrori indicibili nelle guerre di conquista coloniale in Libia, Eritrea, Etiopia, con impiccagioni di massa, avvelenamento di pozzi, deportazioni di intere popolazioni, uso di armi chimiche. Nella seconda guerra mondiale in Grecia e Jugoslavia, i militari italiani non furono secondi a nessuno nel terrorizzare la popolazione civile, radendo al suolo interi villaggi, fucilando centinaia di civili, stuprando e torturando.
Nessuno di questi criminali di guerra, quando la guerra è già essa stessa un crimine orrendo, è mai stato estradato nei paesi che ne hanno fatto richiesta. Macellai come Badoglio e Graziani è morta nel suo letto ed è stata sepolta con gli onori militari dalla Repubblica.
Oggi di fronte all’ennesimo crimine di guerra, di fronte all’assassinio di due pescatori, colpevoli di aver incrociato la rotta di una petroliera italiana, il governo italiano pretende l’impunità per i due marò assassini.
Nulla di cui stupirsi. Lo Stato difende chi uccide in suo nome. Nei mari dell’India, in Afganistan o per le strade di Genova.
Sono assassini in divisa, assassini che lo Stato trasforma in eroi.
Festeggiarli nell’anniversario dell’insurrezione contro il nazifascismo è una vergogna ed un insulto per chi, disertata la guerra, ha preso le armi contro il fascismo.
Partigiani sempre, militari mai!
Da un comunicato di Indymedia Svizzera
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