Martedì 2 agosto. Sabato 30 luglio a Torino, al Balon, si è svolto un presidio solidale con i compagni greci in lotta contro deportazioni e centri di detenzione per immigrati a Salonicco.
“Dalla Grecia all’Italia. Rivolta contro lo Stato” è lo striscione aperto al presidio, lo stesso che venne inaugurato in occasione di una manifestazione al consolato greco il 12 dicembre del 2008, quando la rappresentanza greca sotto la Mole venne occupata dopo l’assassinio di Alexis Grigoropulos, anarchico di 15 anni freddato dalla polizia sei giorni prima ad Atene.
Domani si svolgerà il processo ai compagni arrestati durante lo sgombero di Orfanotrofeio e Karoloudil, due case occupate che offrivano ospitalità a profughi e migranti. Gli occupanti dell’altra casa, Nikis, sono stati condannati la scorsa settimana.
Numerose scritte solidali sono apparse sui muri di Torino. Alcune foto sono state pubblicate sul sito di Indymedia Svizzera.
La scritta “Contro sgomberi e deportazioni solidali con i compagni greci!” è stata fatta al consolato greco di corso Galileo Ferraris 65, “Tsipras come Salvini. Solidarietà con i greci in lotta” è comparsa in via Brinsisi 11, sui muri della sede di Rifondazione Comunista, che si è gemellata alle europee con Syriza, il partito oggi al governo in Grecia. Syriza sta facendo le stesse politiche della destra: macelleria sociale, muri, deportazioni, arresti e sgomberi.
Nostra patria è il mondo intero!
Di seguito il volantino distribuito al Balon e durante la marcia in No Tav del 30 luglio da Giaglione al fortino di Clarea
Abbattere i muri, aprire le frontiere!
Il 27 luglio alle prime ore dell’alba, i poliziotti del MAT, l’antisommossa greca, hanno sgomberato tre case occupate, Nikis, Orfanotrofeio e Karoloudil.
Si trattava di occupazioni abitative che ospitavano profughi e migranti.
Orfanotrofeio è stata immediatamente demolita per impedire ulteriori occupazioni.
Profughi e migranti sono stati rinchiusi negli Hot Spot, i centri di detenzione, della zona, in attesa di essere deportati, 100 compagni e compagne sono stati arrestati.
In risposta all’operazione repressiva è stata occupata la sede del partito di governo, Syriza. Dopo due giorni di occupazione la protesta è cessata quando, nel tardo pomeriggio del 28 luglio. è arrivata la notizia che tutti gli attivisti arrestati erano stati liberati.
Gli ex occupanti di Nikis sono stati subito processati e condannati con la sospensione condizionale della pena, il processo per gli altri è stato fissato il 3 agosto.
In serata è stato occupato un altro edificio per ospitare profughi e migranti.
Il governo greco, la sinistra di al potere, ripercorre le stesse strade di quella italiana, che, passata dall’opposizione al governo contribuì all’apertura dei CIE, appoggiò la guerra, l’industria bellica e la chiusura delle frontiere.
I compagni del gruppo dei comunisti anarchici di Salonicco scrivono nel comunicato diffuso dopo l’operazione repressiva: “Il messaggio che il governo di sinistra vuole trasmettere è che non c’è nessuno spazio per risposte solidali e autogestite alla difficilissima situazione dei rifugiati. É ammessa solo la carità di Stato.” La ricetta è semplice “esclusione, emarginazione e deportazione selettiva effettuati da un governo che segue alla lettera le politiche criminali sull’immigrazione dell’Unione Europea.”
Lo sgombero è avvenuto solo un paio di giorni dopo la fine del No Border Camp a Salonicco, che ha unito migliaia di attivisti da tutto il continente per protestare contro queste stesse politiche. I No Border sono la rete di chi lotta contro le frontiere, per la libera circolazione di tutti.
Uno degli squat sgomberati, Nikis, era una vecchia occupazione aperta a famiglie di rifugiati. Un altro, Orfanotrofeio, è stato (ri) occupato lo scorso anno proprio per dare rifugio a immigrati e rifugiati in maniera autogestita. Karoloudil, che si trovava in pieno centro, era stato occupato pochi giorni prima, per offrire un nuovo posto dove vivere ai rifugiati e ai migranti.
Sotto le macerie di Orfanotrofeio sono state sepolte tonnellate di medicine, cibo, vestiti e oggetti di prima necessità che tanti avevano offerto per le famiglie dei rifugiati, che hanno perso anche le loro poche cose.
Il governo di Syriza continua a perseguire politiche autoritarie. “Dopo aver applicato disastrose misure di austerità che i precedenti governi di destra non erano stati in grado di imporre, compete con la peggior destra anche nel campo della repressione più pesante, per tutti e tutte coloro che continuare a lottare per la libertà e la dignità umana.”
Non ci sono governi “amici”. Le illusioni sul governo greco, diffuse anche nella triste sinistra italiana, si sono dissolte, seppellite sotto le macerie di Orfanotrofeio, di Idomeni, negli occhi di chi viene ricacciato a forza verso l’inferno da cui è fuggito.
In Grecia, come nel resto d’Europa, si moltiplicano i muri, le prigioni per chi fugge guerra e povertà, le deportazioni nella Turchia, alleata dei macellai dell’ISIS, dove torture, epurazioni, arresti di oppositori, chiusura di giornali sono pane quotidiano.
L’unico argine alla chiusura delle frontiere, alla detenzione amministrativa, alle deportazioni è l’azione diretta, la solidarietà dal basso, la liberazione di spazi abbandonati.
Anche in Italia ci sono frontiere serrate da Ventimiglia al Brennero, dal Mediterraneo alle Alpi. Anche in Italia c’è chi si mette di mezzo, chi occupa spazi, chi, insieme ai profughi e ai migranti, lotta contro le frontiere, gli stati, gli eserciti e le polizie.
Federazione Anarchica Torinese
www.anarresinfo.noblogs.org
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