Quando la marea sale nei paesi affacciati sull’Oceano, comincia piano, piano, piano. Poi diventa impetuosa e in breve copre tutto.
In questi mesi prima del corteo del 26 novembre abbiamo visto la marea salire. Sembrava una quieta marea mediterranea, destinata ad allontanare di qualche metro il bagnasciuga. Poi, passo dopo passo, assemblea dopo assemblea chi ha attraversato il percorso di “non una di meno” ha visto crescere una marea forte, di quelle che mutano il profilo della costa, assediando le roccaforti del potere ancorate a terra.
A Roma è dilagata come solo l’Oceano sa fare. Centomila, duecentomila donne sono scese in piazza riempiendola con i loro corpi indocili, con la forza di chi non accetta il ruolo di vittima predestinata, di chi non vuole “essere difesa” da uomini (e donne) in divisa, di chi sa che la propria libertà cresce, quanto più libera è la donna che marcia accanto.
In tante si sono incontrate e ri-conosciute per le strade di Roma, dove tanti percorsi diversi si sono intrecciati, come gomitoli di una lana che tesse una trama di saperi, pratiche, intersezioni, che torneranno a maturare nei tanti luoghi da cui si è partite e poi tornate.
L’assemblea della domenica, un’assemblea eccessiva, debordante, enorme è iniziata in perfetto orario, perché la tensione del momento non si poteva né doveva esaurire nello spazio del corteo, ma si doveva proiettare nei mesi futuri, germinando nuove lotte, nuovi incontri, nuovi spazi liberi.
I tanti tavoli tematici in cui si è articolata l’assemblea hanno raccolto proposte che dovranno essere ridiscusse e ri-articolate nei vari territori.
L’idea di uno sciopero delle donne per il prossimo 8 marzo è stata condivisa da tutte nella plenaria finale.
A Torino la prossima assembea è fissata per il 7 dicembre in via Millio 34 alle 19,30.
Ascolta la diretta di Blackout con Barbara dell’assemblea “Non una di
Nello stesso giorno a Torino c’è stato un punto informativo in centro, con una piccola mostra sulle azioni solidali con le compagne sotto processo all’Aquila per aver denunciato la condotta dell’avvocato difensore di uno stupratore feroce, il militare Tuccia che nel 2012 ridusse in fin di vita una giovane donna.
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