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Torino. In piazza contro la violenza dei tribunali

Domenica 1 aprile un cacerolazo rumoroso ha attraversato il centro di Torino. Cartelli, pentole, coperchi, un piccolo amplificatore per raccontare la storia di Laura.
Una storia come tante. Laura sette anni fa era una precaria della Croce Rossa. Stuprata più volte da Massimo Raccuia, un collega più anziano e più potente, che la minacciava di ritorsioni, trasferimenti al CIE, ha trovato la forza di dire no. No, Basta. Grazie all’appoggio di colleghi ed amici ha deciso di denunciare la violenza subita.
In tribunale è stata umiliata da un interrogatorio che ne frugava la vita, perché in tribunale le donne stuprate sono messe sul banco degli imputati.
Il 15 febbraio di quest’anno Raccuia è stato assolto con formula piena.
Diamente Minucci, la giudice che presiedeva il collegio che lo ha assolto ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Torino, perché proceda per calunnia nei confronti di Laura..
La giudice Minucci ha deciso che Laura non è credibile. Non è credibile perché ha detto solo no. “No, Basta”, cercando di allontanare da se l’uomo che la stava stuprando. Per Diamante Minucci e le altre due giudici del collegio, dire “Basta” non è sufficiente. Bisogna gridare, correre a farsi fare un test di gravidanza, farsi lacerare la carne e suon di botte.
Il discrimine per Minucci è il martirio. Se lo stupratore non lascia il segno, se la donna non grida aiuto, allora è chiaro che ci stava.
Raccuia è un dirigente, Laura una precaria, già vittima delle violenze durante l”infanzia. Una storia che somiglia a tante altre: in Italia una donna su tre ha subito molestie o stupri. I violenti giocano sulla paura, sul ricatto del lavoro, dei figli, sulla giusta reticenza delle donne a rivolgersi ai tribunali, dove le loro vite sono frugate ed indagate, dove la loro libertà è sempre sul banco degli accusati.
Stupratori e giudici ci vorrebbero spaventate e piegate, ma la nostra forza è nella solidarietà, nel mutuo appoggio.
Raccontare per le strade di Torino la storia di Laura serve a far si che la paura cambi di campo.

Mercoledì 12 aprile in oltre venti città italiane si sono svolti presidi davanti ai palazzi di giustizia contro la violenza dei tribunali.
La giornata di lotta, lanciata dalle rete “Non Una di Meno” di Torino e fatta propria da tante attiviste della penisola, ed è stata un’occasione per esprimere solidarietà femminista alle vittime della cultura dello stupro, legittimata e amplificata dagli stessi tribunali che sulla carta le dovrebbero tutelare.
A Torino la Questura ha provato a bloccare l’iniziativa, minacciando divieti e sanzioni, ma non è riuscita a fermarci.
In tante ci siamo ritrovate davanti al tribunale con cartelli, striscioni e slogan. Poi il presidio si è trasformato in un breve corteo che si è guadagnato il mercato, dove tanti si sono fermati ad ascoltare i brevi comizi.

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Posted in femminismi, Inform/Azioni, torino.

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