Sabato 27 giugno
ore 10,30/13
punto info antimilitarista al Balon
Il volantino che verrà distribuito:
Quante vite vale un elicottero da combattimento?
Bombardieri F35? Valgono centocinquantamila terapie intensive. La portaerei Trieste? Cinquantamila respiratori polmonari. Una manciata di blindati e un elicottero? Trecentotrentamila posti letto oppure dieci miliardi di mascherine.
La produzione bellica non si è fermata neppure durante il lockdown.
Per il governo Conte l’industria bellica è un motore “essenziale” dell’economia, un tassello indispensabile per i giochi di potenza a livello planetario.
Mentre venivano prodotte armi, la gente continuava ad ammalarsi senza ricevere cure adeguate.
Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia?
Le spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità. Per chi se le può permettere ci sono le cliniche private, la prevenzione, le cure. Per gli altri la vita è diventata un terno al lotto.
Ma a decidere non è mai il destino. Decidono i governi. Loro hanno scelto come spendere il denaro sottratto alle nostre buste paga.
Nel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019.
Calcolate quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete la misura della criminalità di questo e di tutti i governi di questi anni.
In piena pandemia il governo ha commissionato a Fincantieri due sommergibili dal costo di 1,3 miliardi di euro per la Marina Militare.
Sette miliardi di euro sono stati sbloccati dal Ministero della Difesa e dal MISE per la prevista “Legge Terrestre” che dovrebbe garantire la costruzione di diversi armamenti.
In aprile Fincantieri ha vinto la gara per alcune fregate destinate alla Marina Militare statunitense.
Le 36 missioni militari all’estero, al servizio dell’imperialismo tricolore, costano 1,3 miliardi l’anno.
Le armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.
In maggio è stato siglato un accordo per una fornitura d’armi all’Egitto, dove una dittatura feroce tortura ed uccide.
In giugno sono stati stanziati 58 milioni di euro ai criminali della guardia costiera libica, che sparano ai barconi e collaborano con i gestori del traffico e dei lager, dove la tortura è pratica normale.
A giugno nel settore nord di Camp Darby l’esercito italiano ha inaugurato la nuova base delle forze speciali e di guerra psicologica.
In questi giorni, la Turchia, uno dei principali partner commerciali delle armi made in Italy, ha attaccato Qandil, Sinjar e Makhmur nel Kurdistan iracheno. I micidiali elicotteri Mangusta, prodotti da Agusta-Westland del gruppo Leonardo, sono in prima fila.
Le guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: le armi che uccidono civili in ogni dove, sono prodotte non lontano dai giardini dove giocano i nostri bambini.
In questi anni i militari italiani facevano sei mesi in Iraq, Libano, Afganistan e sei mesi per le strade delle nostre città. Guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia.
I militari, promossi a poliziotti durante la pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.
Sono per le strade di Aurora e Barriera, quartieri dove la povertà, la precarietà, la difficoltà a mettere qualcosa in tavola, a pagare i fitti e le bollette, già forte, è aumentata durante il lockdown.
Negli ultimi 10 anni sono stati tagliati 43.000 posti di lavoro nella sanità. In Italia i posti letto sono calati del 30 per cento tra il 2000 e il 2017.
I responsabili siedono in tutte le poltrone rosse del parlamento.
Dopo tre mesi di pandemia, la situazione non è migliorata. Non ci sono state nuove assunzioni: gli ospedali non sono luoghi sicuri né per chi ci lavora né per chi vi è ricoverato.
In questi mesi il governo ha provato a renderci complici di una strage di stato, soffocandoci di retorica patriottica e coprendoci con un sudario tricolore.
L’unione sacra degli italiani nella “guerra” al coronavirus, il sacrificio della libertà per il bene di tutti. Una favola che si scioglie di fronte a bombardieri prodotti a Cameri, mentre alle persone ammalate venivano prescritti tachipirina e scongiuri.
Gli anziani sacrificati nelle RSA mentre si costruivano sommergibili da guerra sono l’emblema di regole sociali che è nostro impegno spezzare.
Non siamo sulla stessa barca di padroni e sfruttatori.
Noi stiamo con chi sciopera, con resiste alla militarizzazione e crea reti solidali, noi stiamo con chi lotta contro le frontiere, lo sfruttamento, gli eserciti.
Assemblea Antimilitarista – Torino
Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46
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