Torino si è trasformata da città dell’auto a vetrina di grandi eventi, un grande Luna Park per turisti. Fanno festa per le gare di tennis che arricchiranno i commercianti del centro, mentre noi aspettiamo stanchi autobus e tram stracolmi. Puntano sui grandi eventi, mentre le scuole cadono a pezzi e noi non abbiamo i soldi per pagare la mensa ai nostri figli e nipoti.
Scommettono sul turismo, mentre noi aspettiamo mesi per una visita medica o un esame.
È la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.
L’amministrazione Appendino ha scatenato la sua guerra ai poveri. In dicembre ha disposto lo sgombero degli ambulanti abusivi dall’area di San Pietro in Vincoli, dove c’era il mercato della roba vecchia, che per tanti era un’importante, se non l’unica, fonte di reddito. Sono stati trasferiti a forza, nonostante una certa resistenza continui in sordina, in via Carcano, un’area remota a ridosso del cimitero, dove non passa nessuno. Cintata da una rete che la rende simile ad una gabbia per polli, è lo specchio rovesciato della città vetrina.
Continua, in sordina, a colpi di sgomberi di baracche e fogli di via, la cacciata dei rom da via Germagnano.
Sui tram e per le strade delle periferie, con un accanimento particolare in Barriera, Falchera, Borgo Vittoria si moltiplicano le retate per spaventare e disciplinare chi vive di lavori precari, sottopagati, in nero o si arrangia come capita per pagare il fitto, le bollette e mettere insieme pranzo e cena.
Ci raccontano che stanno riqualificando le periferie, che i nostri quartieri saranno più belli da vivere. Non ci dicono però che in queste periferie per turisti, studenti, ricchi professionisti, non c’è più posto per chi ci abita ora. Si moltiplicano i bed & breakfast, le case affidate a piattaforme on line per affitti brevi, e diminuiscono le case, aumentano i fitti e i prezzi nei negozi. La chiamano riqualificazione, ma ha il sapore amaro dell’occupazione militare, del controllo, dei posti di blocco, delle retate di senza documenti.
In dicembre è stato siglato in Prefettura “l’accordo per la sicurezza e lo sviluppo della città di Torino”. Quest’iniziativa, la prima in Italia, è stata promossa dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino, dalla Prefettura, con l’adesione di Diocesi, Camera di Commercio, Università degli Studi, Politecnico, Ufficio Scolastico Regionale, Agenzia delle Entrate, Agenzia del Demanio, ANCI, Unione Industriale, Circoscrizioni della Città, ASCOM, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA, Federalberghi, ABI, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, CGIL, CISL, UIL, CONI. Alla stipula c’era anche la ministra dell’Interno Lamorgese.
Assenti ovviamente tutti coloro che dalla città a 5Stelle sono tagliati fuori. Se il “problema” non è la povertà ma i poveri, vuol dire che disciplinare i senza casa, senza reddito, senza documenti è il primo passo per una città sicura da ogni possibile insorgenza sociale.
Torino, ancora una volta, diventa laboratorio di nuove tecniche di controllo sociale su vasta scala.
L’accordo prevede, oltre ad un ulteriore intensificarsi della militarizzazione in città, lo sconto sull’IMU per chi fa installare una telecamera nel proprio condominio, droni spia al Valentino, utilizzati dal nucleo investigativo dei vigili urbani per dare la caccia a chi fa l’amore sulle panchine, ai senzatetto che ci dormono, ai ragazzi che si fanno una cannetta. In altre parole a chi usa il parco senza spendere soldi, senza creare profitto. Chi non produce profitto genera degrado: questo è l’assioma su cui si regge l’accordo “per la sicurezza e lo sviluppo” di Torino. Questa la logica per cui sono state nuovamente vietate le vendite di alcolici dai negozietti di piazza Santa Giulia, la logica che prevede nuovi sgomberi di case occupate, per allontanare i poveri dal centro, dalla movida, dalle periferie divenute appetibili alla speculazione.
Impedire tutto questo dipende da ciascuno di noi.
Riprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.
Con la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo davvero più sicura la nostra città. Cacciamo i padroni, governanti e i loro cani da guardia in divisa, riprendiamoci le strade le piazze, le case, i parchi pubblici!
Questo testo è stato distribuito in città in diversi punti info e presidi